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Tra il Catanzaro e il fallimento ci sono soltanto 12 giorni

Tra il Catanzaro e il fallimento ci soltanto 12 giorni

Dodici giorni per salvare il Catanzaro. Fino al 30 giugno ogni momento è buono per scongiurare la scomparsa dal professionismo. I Cosentino cedono l’intero pacchetto azionario del club, ma devono prima rispettare alcune scadenze nella speranza che gli acquirenti si facciano avanti in maniera concreta. Rompere gli indugi vale per una parte e per l’altra. L’attuale proprietà dovrebbe riuscire in settimana a superare gli ostacoli operativi che la bloccano dal 29 maggio scorso, quando il presidente Cosentino e la figlia Ambra sono stati sottoposti agli arresti domiciliari per i reati di natura fiscale scoperchiati dall’inchiesta “Money gate”. Su di loro si aspetta la pronuncia del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, ma è uno step che riguarda solo in maniera indiretta la vita del Catanzaro. Che, per prima cosa, deve inviare alla commissione federale la documentazione che attesta il rispetto dei criteri infrastrutturali dello stadio “Ceravolo”: va fatta entro domani, dovrebbe essere presentata con una pec già stamattina.

Sempre a breve è attesa la ratifica ufficiale della procura e del potere di firma da Giuseppe a Gessica Cosentino: un incontro col notaio e la successiva convocazione del consiglio d’amministrazione giallorosso le tappe per raggiungere questo traguardo. Col potere di firma alla vicepresidente le Aquile potrebbero far partire i bonifici verso i tesserati, che aspettano gli stipendi del periodo marzo-maggio. Ciò consentirebbe di far scattare in automatico le liberatorie e inserire un altro tassello nel tortuoso percorso che porta all’iscrizione.

Proprio l’iscrizione è l’obiettivo più difficile. I Cosentino non paiono intenzionati ad accollarsi questo costo ulteriore, che comprende la tassa da 60mila euro (30mila entro il 30 giugno, l’altra metà a rate da luglio a dicembre) e la fideiussione da 350mila euro. Scontato che la famiglia che ha retto le sorti del club negli ultimi sei anni non presenterà la garanzia (che può essere bancaria o assicurativa), il nodo riguarda la presentazione dell’assegno da 30mila euro da allegare alla domanda. Se il presidente, sarebbe meglio dire la figlia Gessica, si convince a firmarlo, il tempo per sancire il passaggio di proprietà si allungherebbe di un altro paio di settimane: alla Lega Pro basterebbero la domanda d’iscrizione con metà della tassa già pagata per ammettere il Catanzaro con riserva. Una penalizzazione di punti in classifica nella prossima stagione – prevista in casi del genere – sarebbe un male decisamente più facile da assimilare se paragonato al fallimento.

Qui, però, c’è bisogno che si facciano avanti le due cordate di Catanzaro e provincia che sarebbero interessate a rilevare il club. Una farebbe capo a degli imprenditori catanzaresi, l’altra sarebbe riconducibile a dei lametini. All’attuale proprietà non è ancora arrivata nessuna proposta diretta, ma su questo versante va segnalata l’attività di mediazione del sindaco Abramo in un processo reso più complicato dal silenzio in cui stanno pervicacemente continuando a rinchiudersi i Cosentino. Sarebbe davvero il caso che facessero sapere se vogliono iscrivere o meno la squadra: è inammissibile lasciare trascorrere un’altra settimana senza spiegare chiaramente le proprie mosse: il Catanzaro non è un’azienda qualsiasi, è un patrimonio che appartiene a una tifoseria intera.

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