Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Omicidio Penna, condanne definitive

La Cassazione pone un ultimo paletto al complesso iter giudiziario che ha caratterizzato l’omicidio di Michele Penna, l’assicuratore di Stefanaconi vittima il 19 ottobre del 2007 della lupara bianca. 
I giudici della  Suprema Corte  hanno, infatti,  respinto il ricorso di Emilio Antonio Bartolotta confermando la sentenza di condanna a 24 anni di carcere (pena di poco ridotta rispetto a quella rimediata dall’imputato in primo e secondo grado) emessa nell’aprile dello scorso anno dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, per omicidio aggravato dalla premeditazione. Condanna divenuta quindi definitiva.

A distanza di circa dieci anni dal delitto, di sette dalla sentenza di primo grado, di cinque da quella di secondo, a tre anni da un primo  pronunciamento della  Suprema Corte  che annullava con rinvio e a poco più di un anno dalla sentenza emessa al termine di un nuovo giudizio dalla Corte d’ Assise d’Appello, la Suprema Corte pone la casella finale.  
Un delitto, quello di Michele Penna,  a distanza di tempo ricostruito dagli inquirenti e due condanne definitive: quella a carico  di Andrea Foti lavaggista di Stefanaconi (30 anni) a cui si aggiunge oggi quella di Emilio Antonio Bartolotta (24 anni).  
Per i giudici il ruolo di Bartolotta nella vicenda è quello di «colui che ha concorso ad assumere la decisione di uccidere Michele Penna determinando e rafforzando il proposito criminoso degli esecutori da lui sollecitati all’esecuzione del delitto».

Caricamento commenti

Commenta la notizia