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Una nube tossica ha invaso Lamezia Terme

Una nube tossica ha invaso Lamezia Terme

Un immenso fumo nero ha invaso la città per diverse ore. Una nube tossica che si è innalzata dal campo rom di contrada Scordovillo, spargendosi per tutta la città. Non è la prima volta che nella bidonville di Scordovillo si incendiano materiali tossici, rifiuti di ogni genere, gomme e quant’altro viene abbandonato lungo la strada d’ingresso al campo rom.

Un fumo nero che ha ammorbato la popolazione, compresi i tanti ammalati che si trovano ricoverati nell’ospedale che confina con il campo rom. La questione Scordovillo è uno dei tanti problemi non risolti della città: tutti gli amministratori che si sono succeduti hanno inserito nei loro programmi elettorali la soluzione del problema, vale a dire lo smantellamento di un luogo degradato, ma poi nulla è stato mai fatto.

Lo stesso consiglio comunale di ieri è stato interrotto per quell’incendio che è durato diverse ore. Così come della questione rom ha poi parlato in Aula il sindaco Mascaro: «Parlare dei rom solo con slogan è il massimo del male. Ci vuole un piano di intervento, ma ci vogliono risorse. Lo Stato la deve smettere di trascurare tanti territori. Ho già fatto una denuncia fortissima contro il governo nazionale per il bando delle aree degradate da cui siamo stati esclusi. Mi ha risposto l’Anci nazionale ma chi poteva sostenere la battaglia non l’ha fatto. Per i rom il Comune da solo non può sgomberare il campo rom e non può fare nulla. Non ricordatevi che esiste Lamezia solo a convenienza. Dobbiamo fare in modo che i nostri governanti incentivino interventi e azioni di contrasto a queste problematiche. Il problema rom non si risolve senza risorse. È un male nazionale. Basta con le parole, servono i fatti».

Del problema si discuterà in Parlamento: ieri infatti la consigliera comunale Carolina Caruso ha chiesto ai parlamentari di Forza Italia Jole Santelli e Roberto Occhiuto di presentare un'interrogazione al presidente del Consiglio, ai ministri dell'Interno, della Salute e dell'Ambiente affinchè si risolva «una situazione diventata insostenibile e intollerabile, per i roghi che avvengono ormai da anni e che producono danni alla popolazione per la diossina e le sostanze cancerogene che emettono».

Ma il problema dei rom non si ferma solo al campo di Scordovillo. In città c’è infatti anche l’emergenza “Ciampa di cavallo”. Qui infatti è in atto una vera e propria “guerra” tra i rom e gli “italiani”: un’altra questione irrisolta che genera disagi e inquietudine tra i cittadini.

La scorsa notte, infatti, sono state incendiate una Fiat Punto e una Fiat 500, appartenenti a mamma e figlia che abitano in un appartamento dello stabile popolare. Sempre qui, nei giorni scorsi è stata incendiata una baracca costruita dai rom.Sull’episodio stanno indagando le forze dell’ordine. L’ennesimo episodio che pare sia legato al fatto che i rom vogliano “impossessarsi” delle case popolari di “Ciampa di cavallo” e mandare così via le ultime e poche famiglie di “italiani” che sono rimasti in questi stabili.

Insomma una guerra tra poveri dove la sopraffazione da sola non basta ed allora si passa ad altri mezzi, come dar fuoco alle auto, sperando che non ci scappi pure il morto.

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