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La pista ciclabile del lungomare diventa segnaposto degli ambulanti

La pista ciclabile del lungomare diventa segnaposto degli ambulanti

Il fenomeno in alcune serate assume dimensioni così grandi da rappresentare una sorta di “sottosuolo economico” della città di Soverato, in cui il lungo serpentone di bancarelle abusive, sfuggendo ai controlli, rischia di dare vita ad un vero e proprio mercato della contraffazione.

Borse che clonano i modelli più diffusi delle griffe più blasonate, ma anche scarpe, accessori e abbigliamento fanno capolino in bella vista sul lungomare soveratese, in cui la pista ciclabile diviene una specie di segnaposto per gli abusivi, che compaiono in maniera più o meno costante nelle ore notturne.

Una cattiva abitudine che non si è riusciti nel tempo a sradicare nonostante i blitz più volte messi in atto negli anni passati, in cui operazioni interforze hanno provato ad affrontare il problema senza riuscire a risolverlo in maniera definitiva.

Così in città si torna a lamentare un mercato parallelo che produce un’economia alternativa, di cui si stenta a ricostruirne i beneficiari, che sembrano essere però molto più in alto dei semplici ambulanti, che sono chiaramente alla base di una scala che ancora non si è riusciti del tutto a risalire, individuando chi manovra il business ben alimentato da molti acquirenti del territorio.

Come in ogni mercato, è infatti la domanda a determinare l’offerta e quella di merce contraffatta rimane molto alta nel comprensorio soveratese. Per risolverlo si potrebbe agire sui compratori, ma fino ad ora nessuna sanzione sembra mai essere stata applicata dalle autorità competenti (o quantomeno non se ne è avuta mai notizia). La legge per affrontare il problema c’è, risale al 2009, e permetterebbe alle forze dell’ordine di elevare all’acquirente una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 100 fino a 7.000 euro nel caso in cui si riuscisse a provare l’accettazione o l’acquisto da parte dell’acquirente finale di merce contraffatta che per qualità, la condizione di chi le offre o l’entità del prezzo induca a ritenere che possa violare le norme sull’origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà intellettuale.

Se per l’ambulante è prevista la confisca amministrativa della merce contraffatta, con la sanzione amministrativa da 20 mila euro ad un milione, anche per l’acquirente sarebbero previste pene che potrebbero essere fatte ricadere anche nell’ambito penale, qualora si dovesse accertare che la merce viene acquistata non solo per uso personale, ma per il commercio, ovvero attraverso la cessione a terzi.

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