Temperature record, allarme siccità e acqua non potabile. È questo il leitmotiv dell’estate vibonese. A pagarne lo scotto maggiore è il litorale alle prese ormai da giorni con la carenza idrica. Per far fronte all’emergenza, da palazzo “Luigi Razza” hanno deciso di aprire e chiudere i serbatoi, in particolare quello più grande che alimenta Vibo Marina e Bivona. Lo stop all’acqua è previsto dalle 13 alle 17. «Le ore più calde – commentano i residenti – e quelle in cui in genere si torna a casa per il pranzo». Ma il disagio è dovuto anche dal fatto che ad essere ridotta è pure la portata idrica per cui i serbatoi fanno fatica a riempirsi. «Io ho due bambini piccoli – esordisce una donna – e senz’acqua non riesco a gestirli. Mi sono dovuta trasferire da mia mamma in un altro comune».
Il razionamento idrico sta penalizzando non solo i residenti, ma anche i turisti, le attività commerciali e i lidi.
Le criticità interessano interi quartieri che per molte ore del giorno restano senz’acqua. E Vibo Marina si ritrova a fare i conti, ad estate inoltrata, con la voglia di turismo e i soliti annosi problemi di sempre. Problemi di ordinaria amministrazione che a macchia di leopardo continuano ad interessare le popolose frazioni del litorale.
È una storia che si ripete dunque. Una storia che parla di antichi disagi e di disservizi che non fanno che penalizzare la forte volontà di ripresa dell’area costiera. Le lamentele partono a raffica anche perchè l’acqua è un bene primario del quale non si può fare a meno. «Si fatica a tollerare il disagio in questi caldi giorni d’estate – osservano alcuni turisti –. Anche perchè nella casa che abbiamo preso in affitto non c’è l’autoclave e in più abbiamo saputo che l’acqua non è potabile». In questa difficile situazione, secondo gli operatori balneari, è davvero un’impresa fare turismo, perchè se ad alcuni disservizi è la buona volontà dei gestori a sopperire, alla carenza idrica e all’acqua sporca è invece impossibile trovare una soluzione. «Subiamo le lamentele dei clienti – rilevano alcuni commercianti – che non possono utilizzare neppure la toilette a causa della mancanza d’acqua. E poi si parla di rilancio del turismo e di ruolo strategico di Vibo Marina».
Se a mancare sono i servizi essenziali, a parere dei commercianti, il turismo sulla costa vibonese non ha proprio i presupposti per svilupparsi. «Possiamo dire alla gente che vuole venire in vacanza a Vibo Marina – sottolinea il titolare di un’attività di ristorazione – che a mancare non solo i locali notturni, i trasporti, le infrastrutture, ma è anche l’acqua che per giunta non è potabile»? La fonte del problema, secondo i cittadini pare risieda nei serbatoi che riforniscono le frazioni marine e quindi nell’insufficiente portata idrica non in grado di soddisfare le esigenze di un territorio che nel periodo estivo vede raddoppiare gli utenti. Ma il dramma è legato al fatto che l’amministrazione comunale non ha ancora preso provvedimenti sotto il profilo della non potabilità dell’acqua.
I residenti non sembrano condividere l’opinione dell’assessore comunale Lorenzo Lombardo, il quale ha posto l’accento su un uso poco accorto del prezioso liquido. Una risorsa che dovrebbe essere usata con parsimonia e che invece viene dissipata.
«In parte la posizione di Lombardo può essere condivisibile – commenta la gente – ma forse l’assessore dimentica che la rete idrica comunale è un colabrodo e che paghiamo bollette salate per acqua che non è potabile».
È infatti ancora in vigore un’ordinanza emessa nel 2011 d’allora sindaco D’Agostino, che vieta l’uso dell’acqua pubblica a causa della presenza di idrocarburi.
A tornare sull’argomento qualche tempo fa era stato anche il consigliere comunale Antonio Lo Schiavo, il quale aveva posto l’accento sulla questione della potabilità, della salubrità e della qualità dell’acqua, nonché della necessaria natura pubblica del servizio idrico. Per l’esponente dell’opposizione sarebbe utile una seria ricognizione e un intervento di ammodernamento della rete idrica senza trascurare la possibilità di un graduale e progressivo distacco dal sistema di approvvigionamento gestito dalla Sorical, in modo da pensare anche al ripristino dei pozzi comunali. «L’acqua – osservano i cittadini – deve diventare una priorità perchè non è più accettabile che noi utenti sosteniamo alti costi economici per l’erogazione di un servizio a dir poco scadente». È questo il principale nodo da sciogliere «se si vuole investire sulla risorsa turismo».
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