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A Sant’Eufemia “lucciole” in centro e a tutte le ore del giorno

A Sant’Eufemia “lucciole” in centro e a tutte le ore del giorno

Boom della prostituzione in città, fenomeno trasformato ormai in vero e proprio allarme sociale. Già da alcuni anni nelle zone periferiche era possibile trovare “lucciole” di varie etnie; adesso le “postazioni” hanno raggiunto anche le aree più centrali. In particolare nel quartiere Sant’Eufemia, in via Calleri, dove è collocata la storica locomotiva, in via Giorgio Pinna e in via Zuccherificio quotidianamente vengono avvistate prostitute che esercitano la loro attività, noncuranti dell’alta densità di passanti.

La zona è frequentata in maniera considerevole per la vicinanza alla stazione ferroviaria, a numerose abitazioni e alla piazza di Sant’Eufemia. Non si tratta certamente di un bel biglietto da visita per chi arriva in città e si trova davanti uno scenario inequivocabile.

Quasi inevitabile che dietro il fenomeno della prostituzione vi siano anche gli interessi della criminalità che sfrutta donne straniere, spesso clandestine, le mercifica e le costringe a vivere in condizioni igieniche inadeguate, esponendole a rischi infettivi molto alti.

Della vicenda si è occupata anche la commissione comunale per le pari opportunità, la cui presidente Carolina Caruso ha convocato una riunione alla presenza anche del comandante della Polizia municipale Salvatore Zucco. È stata sottolineata, in quell’occasione,  la necessità di un intervento efficace per applicare le nuove norme dettate dal “decreto Minniti”, che consente ai sindaci di emettere ordinanze in materia di decoro urbano. Una tematica che quotidianamente gli abitanti e le Istituzioni sono costretti a trattare; è in gioco, d’altronde, la serenità di chi vive in queste zone.

La cittadinanza risulta estremamente preoccupata,  nonostante venga perfettamente percepita l’oggettiva difficoltà di “frenare” il proliferarsi di questo fenomeno, visto il continuo ricambio delle donne “piazzate” su strada. Lamentele, proteste della cittadinanza e aumento della sensazione d’insicurezza sono diventati pane quotidiano.

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