Lo spettro della città a secco per mesi resta sullo sfondo anche dopo l’incontro che nel primo pomeriggio di ieri in Prefettura ha riunito attorno a un tavolo Sorical, Regione e Comune. La situazione ormai quasi “terminale” delle vasche di modulazione di Magisano richiede infatti interventi importanti e decisivi entro un lasso di tempo che sia ragionevole.
Ma è proprio il tempo una delle maggiori criticità che stanno quasi dettando l’agenda alle istituzioni, obbligate a cercare un’accelerazione che sia decisiva per allontanare una volta per tutte lo spettro della “sete” dal capoluogo di regione. Davanti al prefetto Luisa Latella (affiancata dal viceprefetto Costanza Pino e dal funzionario Luigi Bigagnoli) si sono incontrati i rappresentanti della Sorical, la società partecipata della Regione che gestisce le risorse idriche calabresi, il sindaco Sergio Abramo (col dirigente Acquedotti Antonio Morelli) e l’assessore regionale alle Infrastrutture Roberto Musmanno (con il dirigente Francesco Viscomi). Il ragionamento è stato di natura essenzialmente tecnico-procedurale, alla luce degli iter dei diversi interventi che dovrebbero essere risolutivi ma che, sulla carta (almeno alcuni) da anni, non dispiegano ancora alcun effetto. Proprio le vasche di Magisano - quelle che raccolgono circa 75mila metri cubi di acqua da inviare all’acquedotto di potabilizzazione Santa Domenica e che a causa di un’alluvione nel 2013 sono diventate a rischio cedimento - hanno avuto un ruolo centrale nell’incontro chiesto da Abramo.
I rappresentanti Sorical - il capo compartimento Centro Massimo Macrì, Giuseppe Sorrentino e Antonio Voci dell’area ingegneria, il responsabile di zona Tommaso Laporta - hanno consegnato alla Regione il progetto definitivo di consolidamento della parete a rischio. «La questione vasche è stata posta alla nostra attenzione circa un anno fa» ha affermato l’assessore Musmanno evidenziando che «non avevamo risorse già previste per risolvere il problema e abbiamo impiegato questo tempo per trovare il modo di finanziare l’intervento». Sulla tempistica Musmanno, che ha stilato un crono-programma, non allarga certo le braccia ma tiene a specificare che «i tempi sono dettati dalle procedure», lasciando intendere che l’inverno passerà senza la possibilità di alcun lavoro sulle vasche. Ciò non significa che nel frattempo si starà con le mani in mano, anzi già il prossimo 12 dicembre si muoveranno al ministero dell’Ambiente i passi dell’iter che oggi conta su una dote di circa 3,8 milioni di euro, finendo poi tra convenzioni, conferenze dei servizi e appalto a settembre prossimo. Scadenze ancora lunghe di fronte alle quali, però, Musmanno sottolinea che «questa amministrazione regionale ha trovato le risorse e lavora ogni giorno per contrarre il più possibile i tempi e reperire fondi».
Il sindaco Abramo ha apprezzato l’impegno di Musmanno - «impeccabile» - ma ha anche ricordato come il Comune già nel 2014 avesse incontrato l’amministrazione regionale dell’epoca: «Il mio sfogo di questi giorni è dovuto al fatto che siamo in forte pericolo e che abbiamo dovuto ripetere cose dette già tre anni fa. Se la Regione si fosse attivata già allora» non si sarebbe arrivati a questo punto. I fronti aperti sul servizio idrico sono peraltro molteplici. Lunedì ci sarà una conferenza dei servizi (convocata dalla Provincia) per risolvere le interferenze tra la strada provinciale 25 e la condotta, mentre si intravede la luce in fondo al tunnel dell’annosa vicenda del Campo Pozzi Alli nord, grazie al quale si costituirebbe una fonte ausiliaria e alternativa di acqua grezza da fornire all’impianto di potabilizzazione di Santa Domenica: in caso di rottura, infatti, questi quattro nuovi pozzi consentirebbero di non interrompere la fornitura idrica alla città. A riguardo l’iter è fermo al 2013 per via della presenza di alcuni usi civici che hanno portato alla revoca dei fondi stanziati nel 2011: il Comune dovrà procedere a sdemanializzare l’area e poi nel giro di un altro anno anche questo intervento dovrebbe arrivare a compimento.
Tempi comunque consistenti alla luce della stringente situazione attuale di fronte alla quale qualcuno dei presenti non ha mancato di affidarsi alla grazia divina
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