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Intimidazioni ai magistrati, confermate le condanne

Attentati e intimidazioni ai magistrati, confermate le condanne

La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato la condanna di Luciano Lo Giudice e Antonio Cortese per gli attentati dinamitardi del 2010 contro la Procura generale di Reggio Calabria e l’abitazione dell’allora procuratore generale Salvatore Di Landro e per l’intimidazione all’ex procuratore, ora capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone.

Il 17 dicembre del 2015 il Tribunale di Catanzaro aveva inflitto 8 anni e 6 mesi di reclusione a Luciano Lo Giudice, fratello del boss pentito Nino, e 5 anni e 8 mesi ad Antonio Cortese. Era stato invece assolto Vincenzo Puntorieri, la cui posizione non è stata poi appellata dalla Procura.

Secondo gli inquirenti i tre episodi farebbero parte di una «strategia ‘ndranghetista unitaria come reazione del clan Lo Giudice contro le istituzioni dopo l’arresto di Luciano». Alla base vi sarebbe stata «la convinzione della cosca di poter godere di un’aura di impunità per via di rapporti con alcuni magistrati ed esponenti delle forze dell’ordine».

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