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I blitz dello Squadrone Cacciatori diventano fiction televisiva

I blitz dello Squadrone Cacciatori diventano fiction televisiva

Combattono in mimetica, armati di fucili mitragliatori. Si dimenano in trincee scavate nelle rocce dell’Aspromonte. Scendono nei bunker sotterranei per oltre trecento metri quadrati, risalgono le pendici della montagna più oscura e misteriosa della regione. È un lavoro oscuro, uno sforzo che si perpetra nel silenzio, quello dello Squadrone Cacciatori Calabria, tra gli incubi ed il terrore indotto dalla fitta vegetazione.

Un lavoro intenso e rischioso che si trasforma in fiction, con l’obiettivo di raccontare percorsi, di tracciare rotte e individuare rifugi, lungo le rotte predilette della criminalità organizzata alla Punta dello Stivale.

L’anteprima nazionale della fiction – denominata “Lo Squadrone. Dispacci di ‘ndrangheta” – verrà presentata questo pomeriggio nella sala del Cinema Moderno di Vibo Valentia, al cospetto delle massima autorità regionali, in primis il governatore Mario Oliverio e di autorevoli giornalisti Rai, registi e produttori cinematografici. Tra questi Andrea Fabiano, direttore di Rai2, Giuseppe Citrigno, presidente Calabria Film Festival, Claudio Camarca, Sandro Bortolozzi, Stefano Rizzelli. Tra il pubblico, anche gli studenti degli istituti superiori del capoluogo tirrenico.

La serie si snoda in quattro episodi di 50 minuti, scritti e diretti da Claudio Camarca, capaci di coinvolgere lo spettatore, proiettandolo laddove la realtà supera ogni più florida immaginazione. Proprio là, un manipolo di uomini sprezzanti del pericolo rischia ogni giorno la vita per fronteggiare la ‘ndrangheta.

Con risultati decisamente apprezzabili, stando ai numeri delle operazioni condotte negli ultimi 27 anni. Dal 1991 ad oggi, lo Squadrone Eliportato carabinieri Cacciatori di Calabria ha messo a segno 8000 arresti, catturato 282 latitanti, scovato oltre 400 bunker.

Una vera e propria guerra combattuta non proprio ai confini del mondo conosciuto, nè oltre le Colonne d’Ercole, ma ad appena un’ora d’aereo da Roma e ad una manciata di chilometri da Reggio Calabria.

Dalle rupi dell’Aspromonte alle fogne di Platì, collegate alle case attraverso cunicoli intricati e irraggiungibili per chiunque, dal santuario di Polsi ai rastrellamenti di San Luca, quella che emerge dalla fiction è un’attività senza sosta che si estrinseca in perquisizioni e arresti, confische e operazioni eseguite lungo i pendii dei monti, dentro stalle e case abbandonate. Ed ogni obiettivo raggiunto non costituisce la fine di un percorso, ma semplicemente un nuovo inizio.

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