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In carcere i membri del clan Bruno

In carcere i membri del clan Bruno

Borgia (Catanzaro)

Restano in carcere Luciano Babbino, Francesco Bruno, Salvatore Danieli e Francesco Mammone, indagati nell’ambito dell’operazione anti ‘ndrangheta “Jonny” per associazione a delinquere di stampo mafioso. Così ha deciso la Corte di Cassazione, rigettando il ricorso che i quattro, assistiti dall’avvocato Salvatore Staiano (Danieli è difeso anche dall’avvocato Vincenzo Cicino), hanno proposto contro la decisione del Tribunale della Libertà di rigettare la richiesta di riesame avanzata contro l’ordinanza del giudice delle indagini preliminari che disponeva l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.

Babbino, Bruno, Danieli e Mammone sono ritenuti dagli inquirenti facenti parte della cosca Bruno, che esercitava il suo controllo sui territori di Vallefiorita, Amaroni e Squillace, subordinata alla cosca Arena e in rapporto conflittuale, talvolta, con la cosca denominata Catarisano. Nel motivare la sua decisione, la Cassazione ha ritenuto che, a supportare la tesi della natura mafiosa della compagine, non vi siano solo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Santino Mirarchi, la cui attendibilità è affermata dall’ordinanza e non messa in dubbio dalla difesa del ricorrente, «ma un percorso travagliato di una cosca ricostruito a partire dal 2008 nei suoi passaggi fondamentali, nei suoi contrasti interni (Bruno - Catroppa) ed esterni (cosca Bruno - cosca Catarisano), nei suoi rapporti con livelli superiori, nelle sue attività illecite, nel controllo del territorio, nella sua organizzazione interna, nei suoi soggetti».

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