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Bomba in auto: morto 42 enne, ferito il padre

Un morto ed un ferito in scoppio auto, ipotesi bomba

Ex rappresentante di medicinali, Matteo Vinci, il 42enne rimasto vittima nel pomeriggio a Limbadi, nel Vibonese, di un attentato con un’autobomba, alle ultime elezioni comunali del 2015 nella lista "Limbadi libera e democratica", ma non era riuscito ad essere eletto. Nel 2014 era stato invece arrestato insieme al padre Francesco (rimasto gravemente ferito nell’attentato) e alla madre per una rissa insieme ai vicini di casa, stretti congiunti - anche loro arrestati - della "famiglia" Mancuso, da sempre ritenuta al vertice della 'ndrangheta non solo vibonese. Gli inquirenti non azzardano al momento nessun collegamento fra i due fatti. L’attenzione sull'attentato è comunque massima, attese le modalità del fatto di sangue. Le indagini sono affidate ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo che si sta rapportando al momento sia con la Procura di Vibo Valentia che con la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

Il prefetto di Vibo Valentia ha convocato d’urgenza il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per fare il punto sulle indagini. Anche se mancano conferme ufficiali e definitive, per le quali si attende la conclusione degli accertamenti tecnici che sono in corso, quella che a provocare lo scoppio dell’auto sulla quale viaggiavano Matteo Vinci ed il padre sia stato un ordigno è un’ipotesi concreta. Si è appreso, tra l’altro, che Matteo Vinci, in passato, era rimasto vittima di un tentato omicidio. A suo carico, comunque, non risultano precedenti penali per mafia, né risulta che la vittima fosse legata ad ambienti della criminalità organizzata.

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