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Autobomba, attesa svolta nelle indagini

Morto per bomba in auto, il rebus dell'innesco

«Il movente esiste e sulla base di questo bisognerà acquisire prove e certezze che possono portare a determinati provvedimenti. I frutti cominciano a maturare e fra qualche giorno sentiremo qualche botto».

Sono le parole di Giuseppe Antonio De Pace, avvocato della famiglia dello sfortunato Matteo Vinci, vittima, nel pomeriggio di lunedì 9, di un’autobomba. Dopo il lungo interrogatorio della madre, Rosaria Scarpulla, sentita dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, presso la sede del Comando provinciale dell’Arma di Vibo, per circa otto ore, alla presenza dei vertici del Reparto operativo e del Nucleo investigativo dei carabinieri, dovrebbe essere programmato già domani l’incontro con la compagna dell’informatore scientifico ucciso, Laura Sorbara.

«La signora – afferma De Pace – ha riferito tutte le circostanze di questo maledetto evento. Ha ripetuto tutto quello che sa con il suo ormai proverbiale coraggio, non risparmiandosi». Vige ad oggi, comunque, il riserbo su tutto quanto sia stato detto in quelle ore, anche se, allo stato delle cose, ipotesi e teoremi sono ampiamente prevedibili. «Qualche sviluppo importante è in maturazione, è imminente – annuncia l’avvocato –. Qui non dobbiamo scoprire l’America. Il 50 per cento delle prove, il 50 per cento dell’iter logico processuale c’è. Non appena il quadro probatorio sortirà quell’effetto che attendiamo potrò dire di più». Intanto, per l’avvocato, il Prefetto e le alte autorità militari della provincia hanno dimostrato sinceramente la loro fattiva e commossa partecipazione al dolore della famiglia Vinci. «Il Prefetto, in particolare – dichiara De Pace – è stato molto attento e partecipe e in lui abbiamo molta fiducia. Gli abbiamo chiesto che si attivi affinchè vengano organizzati i funerali Stato per Matteo e perché si dia una scorta alla madre in questo momento realmente a rischio anche perché è una fonte molto importante per l’attività investigativa. Ho chiesto, perciò, che non le venga soltanto fornita una tutela, ma una scorta vera e propria per proteggerla da eventuali situazioni che non vogliamo neanche immaginare».

Rafforzamento della tutela, quindi, per Rosaria Scarpulla, una donna che ha dimostrato in questi tristi giorni di saper combattere in maniera determinata e decisa. Così coraggiosa che, pomeriggio del 17, accompagnata dai carabinieri, la signora ha trovato la forza di recarsi in località “Cervulara”, lì dove un forte boato ha dilaniato e lacerato la Ford Fiesta di Matteo stroncandogli la vita e ferendo gravemente il padre Francesco. Quest’ultimo ricoverato presso il Centro grandi ustionati di Palermo dove domani dovrà subire un intervento chirurgico di ricostruzione del tallone, ancora è all’oscuro di quanto accaduto al figlio. «Anche di questo abbiamo parlato anche con il Prefetto – afferma De Pace – convenendo di interpellare il primario del reparto dove è ricoverato per avere indicazioni riguardo un’equipe di psicologi affinchè questa triste notizia gli sia portata a conoscenza nella maniera più opportuna».

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