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Scoppio nell’appartamento, ipotesi d’omicidio colposo

Scoppio nell’appartamento, ipotesi d’omicidio colposo

Omicidio colposo. È questa l'ipotesi di reato scritta sul fascicolo dell’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Crotone, dopo l'esplosione avvenuta in un appartamento di via "Don Puglisi", nel popolare quartiere di Lampanaro, la sera del 7 maggio scorso.

Il sostituto procuratore Alessandro Riello, titolare dell'inchiesta, come già anticipato ha aperto un fascicolo contro ignoti per accertare se ci sono state delle condotte colpose che sarebbero state all'origine della deflagrazione che ha provocato la morte di Rina Murgeri (55 anni) e del suo compagno Saverio Romano (43). Nella deflagrazione che ha devastato l’appartamento nel quale vivevano le vittime ed i loro familiari, com'è noto, sono rimaste ferite altre cinque persone, tra cui tre bambine di 10, 7 e 4 anni. Quest'ultima in maniera più grave. Le indagini - condotte dagli agenti della Squadra Mobile agli ordini del dirigente Nicola Lelario - si muovono su due direttrici circa le possibili cause che avrebbero provocato l'esplosione: da un lato gli inquirenti prendono in considerazione un’eventuale fuga di gas; dall'altra si punta ad accertare la presenza o meno di materiale esplosivo all'interno dell'abitazione. Esplosivo che sarebbe stato usato per il confezionamento di un ordigno da impiegare nelle attività di pesca.

Martedì mattina gli uomini della Polizia scientifica della questura di Crotone ed i loro colleghi di Reggio Calabria, affiancati dagli artificieri della questura di Catanzaro, hanno proceduto ad effettuare una serie di campionamenti e rilievi sia dentro l'abitazione che all'esterno della palazzina Aterp (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica) di località Lampanaro. Tutti i reperti sono stati inviati in un laboratorio della Polizia di Roma per verificare se ci sono tracce di un esplosivo molto potente: il perossido di acetone, che generalmente viene utilizzato per la pesca di frodo. Nello specifico, gli investigatori hanno prelevato alcuni frammenti di cocci e detriti che si trovavano conficcati nel soffitto della cucina, e quindi a poca distanza dalla zona che viene con certezza considerato l'epicentro dell'esplosione. Nel frattempo, le due sorelline di 7 e 10 anni sono state dimesse dall'ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone dove erano ricoverate dal giorno del tragico incidente. Adesso vivono in casa del nonno paterno. Nelle scorse ore la piccola di 4 anni, in cura al Centro per ustionati di Bari, ha fatto registrare un lieve miglioramento. Qualche giorno fa ha subìto un intervento chirurgico che è andato a buon fine. La loro mamma (Naike Vinotti, 28 anni) resta ancora ricoverata a Brindisi a cause delle ustioni riportate per lo scoppio, mentre il padre (Fabio Buonferrato, 33) è stato dimesso il giorno dopo il drammatico episodio.

Intanto, non si contano i gesti di solidarietà della popolazione crotonese nel sostenere con piccole e grandi donazioni i componenti della famiglia che lunedì sera si è ritrovata a non avere più nulla. Alla parrocchia di San Paolo, infatti, continuano ad arrivare indumenti, giocattoli e generi alimentari da destinare soprattutto alle piccole coinvolte nell'esplosione.

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