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Carolina Di Domenico: attrice per gioco, conduttrice di professione

Carolina Di Domenico: attrice per gioco, conduttrice di professione

Fino al 5 agosto, al Porto di Catanzaro, è tornato il Magna Graecia Film Festival, manifestazione dedicata alle opere prime e seconde, ideata e diretta da Gianvito Casadonte, con Silvia Bizio come presidente del comitato artistico. A presentare questa quindicesima edizione - che Casadonte e Bizio propongono a solo una settimana dai fasti del loro TaoFilmFest - Carolina Di Domenico, artista romana di origini napoletane, reduce da un anno impegnativo, che l’ha vista tra i padroni di casa del Dopo Festival al Sanremo di Claudio Baglioni, assieme agli attori Edoardo Leo, Sabrina Impacciatore, Rolando Ravello e al regista Paolo Genovese, che al Magna Graecia sarà presidente di giuria. L’abbiamo raggiunta per un’intervista.

Dal Dopo Festival di Sanremo al Magna Graecia Film Festival, due eventi di spicco in settori artistici diversi. Quali sono le responsabilità di un conduttore per la buona riuscita di un evento? 

“Il conduttore ha un ruolo di coordinamento tra l’obiettivo dell’evento, in questo caso far conoscere film che riescono ad arrivare con più fatica in alcune zone d’Italia, e lo spettatore. In generale credo che la responsabilità principale di chi fa questo lavoro sia in primis l’empatia, col pubblico e soprattutto con coloro che vogliono tu sia un tramite con l’intervistato. Bisogna avere la capacità di intuire le curiosità che un fruitore può avere in mente e ovviamente non ha la possibilità di soddisfare in maniera diretta. Devi quindi individuare queste curiosità per poterle appagare nel momento in cui hai la possibilità di avere un rapporto diretto col professionista sul palco”.

Ti conosciamo come conduttrice radiofonica e televisiva, ma hai alle spalle anche alcune esperienze d'attrice, tra cui "Eccomi qua" di Giacomo Ciarrapico, storico autore di "Boris",  la fiction su Aldo Moro di Tavarelli e “Un medico in famiglia”. Ti senti più conduttrice o più attrice?

“La recitazione è una parentesi della mia vita che ritengo molto breve; mi sono trovata a condurre eventi con attori che possono dirsi tali, mentre io non mi sento assolutamente un’attrice. La recitazione è quasi terapeutica, perché mettersi nei panni di qualcun altro fa bene. C’è chi ci riesce e ne fa una professione, mentre altri come me lo fanno più per gioco. Riferire a me la parola “attrice” mi sembra una forzatura. Ci sono interpreti, specialmente della mia età, che sono validissime e numerose, come  la madrina di questo festival Anna Ferzetti. Per cui io mi metto in un angoletto e dico “quello è stato un gioco, in realtà faccio la presentatrice”. E’ un ruolo in cui possiedo maggiore esperienza”.

La recitazione l’hai definitivamente accantonata o è sempre una porta aperta?

“Se trovassi qualcosa che possa essere realizzata con questo spirito di gioco, la farei. Sono convita che i mestieri di conduttrice e attrice richiedano grande serietà e professionalità, ed io non ho studiato per recitare, anche se interpretare un ruolo potrebbe rivelarsi una scoperta personale, non necessariamente legata alla scuola canonica. Ho accantonato la recitazione, non essendo il mio obiettivo principale nella professione, ma ovviamente mai precludersi delle possibilità. Un lavoro può riuscirti meglio di un altro, ma nessuno di noi deve farsi sfuggire le occasioni per mettersi in gioco”.

Rispetto al tuo ruolo di conduttrice, hai un modello cui ispirarti, qualcuno che hai sempre ammirato?

“Mi piace l’ironia, la leggerezza e la professionalità di Michelle Hunziker, qualità che ho avuto modo di ammirare specialmente durante lo scorso Festival. Credo che lei abbia fatto bingo da questo punto di vista, perché è una professionista brava e di grande serietà, ma anche una donna molto ironica. Sicuramente è una delle conduttrici che amo di più nel panorama italiano”.

Condurre un evento sul cinema è sicuramente un'esperienza emozionante, ma immagino che, per te che hai origine napoletane, presentare un evento qui al Sud acquisti abbai un valore speciale…

“Sento le mie radici nel Sud d’Italia perché mio padre è napoletano. Purtroppo ho vissuto solo il primo anno di vita a Napoli, ma, pur avendo passato il resto della vita a Roma, sento queste origini abbastanza forti, e credo ci siano potenzialità enormi in queste terre del Meridione, proprio come nel caso della Calabria. E’ una regione che non conosco benissimo, a parte che per brevi periodi di vacanza, ma ritengo, per il tipo di paesaggio e le bellezze che possiede, non sia seconda a nessun altro luogo d’Italia”.

 

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