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Francesco Mancuso, sorveglianza respinta

Francesco Mancuso, sorveglianza respinta

Libero di circolare senza alcuna misura di prevenzione personale. Così ha deciso il Tribunale di Vibo nei confronti di Francesco Mancuso, alias “Tabacco”, 61 anni, pluripregiudicato, ritenuto elemento di spicco dell’omonima famiglia di Limbadi. Per i giudici della Sezione misure di prevenzione Giulio De Gregorio, Adriano Cantilena e Chiara Sapia non è socialmente pericoloso come ritenuto dagli inquirenti o, almeno, manca la concreta “attualità della pericolosità sociale”. Rigettata quindi la richiesta avanzata dalla Procura di Vibo che chiedeva l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di tre anni. Eppure già in passato Mancuso aveva violato più volte la sorveglianza speciale facendosi sorprendere in compagnia di pregiudicati.

A parere dei giudici però si tratta di circostanze scarsamente indicative perché non risulta provata l’appartenenza dei soggetti in questione ad associazioni mafiose e non c’è una frequentazione abituale, ma solo occasionale come rilevato dalla difesa del 61enne di Limbadi, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Di Renzo.

Francesco Mancuso, fratello di Giuseppe, alias ‘Mbrogghia, Diego, detto Mazzola e Pantaleone, meglio conosciuto come “l’ingegnere”, ha scontato undici e otto mesi di carcere perché coinvolto nell’operazione “Dinasty” scattata nel lontano 2003 e condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Rischia ora altri sei anni di reclusione nell’ambito del processo “Genesi” con il verdetto emesso nello scorso mese di febbraio dalla Corte d’Appello di Catanzaro. Attenderà ora a piede libero il giudizio della Cassazione.(m.f.)

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