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Catanzaro, il gusto dolce dell’impresa e Vivarini fa il “pompiere”

I giallorossi hanno costruito la splendida vittoria a Marassi con la forza di un gruppo che gioca a memoria

La vittoria di Marassi con la Sampdoria è già finita nell’album dei ricordi del club e dei tifosi. Il Catanzaro l’ha cercata, voluta, se l’è sudata. Ha avuto anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai, e a dirla tutta era pure un po’ in debito ripensando alla partita con il Parma. I giallorossi continuano a restare ai piani altissimi dopo otto giornate, il terzo posto in coabitazione con il Venezia fa sognare, ma è meglio stare a sentire Vivarini (bello l’abbraccio con la figlia Ilaria a fine gara) quando ricorda che conviene rimanere con i piedi per terra, non farsi illusioni e prepararsi ai momenti duri, che pure ci saranno.
Intanto la situazione è ben al di là delle aspettative iniziali, senza rubare niente, e i quindici punti sono un ottimo bottino in funzione di una salvezza tranquilla, obiettivo dichiarato della società. Oltretutto ottenuto a dispetto di un calendario complicato che ha riservato a Iemmello e compagni le tre retrocesse dalla A (di cui due fuori casa), la finalista degli scorsi playoff e il Parma principale candidato alla promozione diretta.
Uno dei motivi principali per cui il Catanzaro sta viaggiando alla media di quasi due punti a partita è l’organizzazione di gioco. La squadra si esprime a memoria e questo aumenta il rendimento dei singoli, che pure non difettano in qualità. A Genova è arrivata l’ennesima conferma: contro un avversario in crisi che doveva vincere a tutti i costi, e che ha spinto con generosità, i giallorossi hanno tenuto botta rispondendo colpo su colpo.

La proposta – mai speculare – si abbina all’atteggiamento, coraggioso ovunque perché l’identità cancella i timori. I giocatori di Vivarini sanno sempre cosa fare, su un lato e sull’altro del campo.
Le mosse del tecnico hanno fatto il resto: Katseris ha confermato di essere in piena maturazione e anche a Marassi ha acceso il fuoco sulla destra; Iemmello è stato mattatore oltre che uomo assist; Brignola, preferito a Sounas perché servivano caratteristiche diverse sull’esterno destro di centrocampo (più velocità), ha piazzato il colpo del ko in un altro appuntamento con la storia dopo quello di Salerno, dove aveva piazzato il sigillo sulla promozione matematica. Benissimo anche i cambi, con Vivarini che ha messo tre punte (Ambrosino, Stoppa e D’Andrea) nonostante dovesse difendere il vantaggio. O meglio, proprio per quello.

Un capitolo a parte lo meritano i centrali difensivi. La Samp ha creato varie occasioni, ma è difficile imputare qualcosa a Brighenti e Scognamillo: il neo del rigore causato dal primo non ha diminuito il valore della sua prestazione complessiva, quanto all’altro gare del genere sono pane per i suoi denti. Bravo anche Krajnc, che ha sofferto la rapidità avversaria a sinistra, però ha saputo dare sicurezza.
La vetrina, tuttavia, spetta a Fulignati, fondamentale in almeno tre occasioni fra primo e secondo tempo. Qualche tifoso l’aveva criticato dopo le due reti subite a Bari, lui non ha accusato il colpo ed è stato il migliore: è un gran portiere con tanta personalità.

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