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Il Catanzaro ha blindato di nuovo la porta

Dopo poco più di un mese i giallorossi hanno chiuso una gara senza subire gol

La porta inviolata, di nuovo. È l’aspetto positivo più sottolineato da Vincenzo Vivarini dopo la vittoria di Bolzano. A quello che era il terzo miglior attacco del torneo alle spalle di Parma e Catanzaro, è stato concesso il minimo sindacale. Era la chiave che il tecnico abruzzese ricercava dopo la sconfitta con la capolista. L’ha trovata e infilata nella serratura senza che ci fosse nulla di causale: se dopo più di un mese Fulignati è rimasto imbattuto il merito è del lavoro fatto in queste settimane. Con il Sudtirol è stata la terza partita di campionato chiusa con la rete immacolata. Era successo all’esordio a Cremona, poi in casa contro lo Spezia, il 30 agosto. Quindi cinque gare di fila incassando almeno un gol: tre a Padova con il Lecco, cinque con il Parma, altri due a Bari, uno con il Cittadella e dalla Sampdoria, che ha colpito su rigore. Abituato al rendimento mostruoso dell’anno scorso, con 24 incontri finiti senza subire, era naturale che un perfezionista come l’allenatore del Catanzaro cercasse rimedi. In B il livello degli avversari è più alto e, come ha detto Fulignati prima della trasferta in Alto Adige, «se lasci mezzo centimetro ti puniscono», però una squadra che per tre stagioni di fila ha avuto la migliore difesa della Serie C o, almeno, del girone meridionale, qualcosa di meglio poteva fare pure al piano superiore. E lo sta facendo.
Sabato i mediani si sono applicati in modo esemplare per aiutare con i raddoppi i centrali difensivi; gli esterni – bassi e alti – non si sono quasi mai fatti trovare scoperti alle spalle; in generale l’atteggiamento complessivo, già visto dopo il Parma, è stato più accorto, finalizzato a evitare le sbavature costate care in Puglia, con il Cittadella, a Marassi. Se a queste cose si aggiunge il dominio sul gioco nel primo tempo, si capisce perché il Catanzaro non abbia lasciato al Sudtirol, fino all’intervallo, neanche una conclusione nello specchio. Gli uomini di Bisoli ci hanno provato con più convinzione nella ripresa a caccia del pari – ovvio –, ma le tre parate di Fulignati sono arrivate su un tiro di Lunetta innescato da un rimpallo; su un colpo di testa debole e centrale di Tait in seguito a un calcio d’angolo; su un’azione personale in transizione di Cisco.
Insomma, tre episodi, non situazioni costruite su mancanze (che non ci sono state) del sistema difensivo del Catanzaro. Secondo i dati Wyscout il Sudtirol ha tirato tre volte fra i pali e otto in tutto: solo lo Spezia, contro i giallorossi, aveva prodotto meno. Al buon rendimento generale vanno sommati quelli individuali. In situazioni in cui può lottare sul piano fisico (a Bolzano come nelle due gare precedenti), Scognamillo è perfettamente a suo agio. Il “braccetto” in stile Atalanta dello scorso campionato, ora da centrale di una linea a quattro sale di meno, ma dietro è sempre fondamentale. Magari concede qualche centimetro e un po’ di chili agli attaccanti avversari, tuttavia compensa con la bravura nel gioco aereo, con gli anticipi e in marcatura, con la grinta.
Brighenti negli anticipi è un maestro, potrebbe tenere dei corsi di recupero anche perché le sue 240 partite fra Serie B e Serie A gli garantiscono l’esperienza che serve a compensare eventuali problemi. Esperienza ne ha tanta anche Krajnc, che sabato si è espresso bene, forse con la migliore prestazione personale da quando è a Catanzaro. Quanto a Katseris, il greco pare un veterano e viaggia con un media voto superiore al 7. Mentre Krastev e Miranda non si sono praticamente ancora visti, Veroli fra i giovani si è ritagliato più spazio guadagnandosi la fiducia di Vivarini. A Bolzano il coach l’ha lanciato nel finale e il ragazzo preso dal Cagliari se l’è cavata.
Fiocco azzurro. Ambrosino è stato convocato dall’Under 21 al posto di Colombo. È la prima volta in U21 per l’attaccante.

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