Il trio che non ha mai saltato un minuto di campionato. Gli stacanovisti di Vincenzo Vivarini li trovi nel cuore del reparto arretrato e fra i pali: Andrea Fulignati, Stefano Scognamillo e Nicolò Brighenti. Sempre in campo, dall’inizio alla fine, nelle nove partite giocate finora. Indispensabili quanto fondamentali nel Catanzaro, fanno parte di un’élite in Serie B: una quindicina di calciatori fra i quali, appunto, i tre giallorossi. Il tecnico delle Aquile non è uno che si fa prendere da smanie di turnover, ha sempre premiato la «coerenza» quando una squadra vince, dunque non si cambia. E i risultati di questo avvio di torneo gli hanno dato ragione, confermando lo spessore della vecchia guardia anche in una categoria di livello più alto rispetto alla Serie C. È chiaro che gli innesti di mercato, gli acciacchi, le squalifiche o le scelte tecniche l’abbiano costretto – o gli abbiano suggerito – di scambiare alcune pedine in determinate partite: lo stop di Situm che ha lanciato Katseris, l’alternanza Veroli-Krajnc nel settore difensivo sinistro, alcune variazioni a centrocampo, le rotazioni sulla fascia destra di centrocampo dove sono stati titolari prima Oliveri, poi Sounas, quindi Brignola. Però quel triangolo arretrato non gli è mai venuto in mente di toccarlo, nemmeno a gara in corso. Per il portiere è normale, per gli altri due teoricamente un po’ meno: Fulignati, Scognamillo e Brighenti hanno messo insieme 810 minuti a testa esclusi i recuperi (con cui si arriva a 893’). Protezione Il motivo più importante è il rendimento difensivo. È vero che i tredici gol incassati fino a questo momento sono parecchi, ma se togliamo le cinque reti subite in un colpo solo dal Parma – sfida che rappresenta un episodio – e le tre beccate dal Lecco forse per un eccesso di sicurezza (dopo il doppio vantaggio e un’ora di dominio), il dato è più normale. E quei tre, al netto di alcune sbavature fisiologiche, si sono rivelati all’altezza della situazione. Fulignati è fra i migliori portieri della categoria per quantità e qualità – nel senso di importanza – delle proprie parate. Scognamillo e Brighenti sono stati perfetti contro il Sudtirol, ultima e tosta trasferta vinta dal Catanzaro, così come erano stati praticamente ineccepibili nel 3-0 sullo Spezia, il successo più largo ottenuto finora dai giallorossi. Insomma, nella linea arretrata delle loro doti e della loro esperienza non se ne può proprio fare a meno, anche perché tutti e tre hanno una sintonia che si portano appresso dall’anno scorso e che i nuovi – Miranda, Krastev, Veroli e Krajnc – non potevano eguagliare in due o tre mesi. Possesso L’altro motivo è scontato per tutti quelli che guardano il Catanzaro da un anno e mezzo: portiere e centrali difensivi sono fondamentali nello sviluppo della manovra. Fulignati ha lanci da centrocampista (sia col destro che col sinistro), Brighenti è il fulcro della prima impostazione, l’uomo da cui parte la gran parte delle azioni, voluto proprio per questo da Vivarini, mentre Scognamillo – con l’addio di Martinelli – ne ha preso il posto come secondo giocatore più coinvolto. Non a caso sono gli elementi con più passaggi, anche più del regista classico Ghion: Brighenti ne ha completato il 90% di 603, che si aggiungono ai 50 lanci (dati Wyscout), Scognamillo è a quota 555 passaggi con il 92% di precisione e 43 lanci (questi ultimi a bersaglio per il 70%), Fulignati ha passato 341 volte, lanciato 122 (in questo caso con precisione prossima al 60%) e tentato pure quattro filtranti, saltando almeno una linea di pressione degli avversari. Per una squadra che costruisce sempre dal basso come il Catanzaro, non si può prescindere da questo terzetto.