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Catanzaro pronto a ripartire. E Como non lascerà scorie

Il bilancio di una sconfitta che può solo far crescere. Pochi avversari giocheranno partite di quel livello

Como si è trasformata in una trappola. Quella temuta alla vigilia, in una classica gara di Serie B: rognosa, complicata dall’inizio alla fine, decisa da un episodio. Il Catanzaro è rientrato con l’amaro in bocca, ma non ridimensionato. Nemmeno in classifica, visti i risultati di ieri: il Palermo ha fallito il sorpasso, il Venezia non ha mancato l’aggancio, ma conta zero. Le Aquile sono sempre in alto.
Perdere in trasferta contro un avversario che può permettersi gente come Cutrone e Verdi, Barba e Odenthal, concedersi di far partire dalla panchina uno come Baselli, ci può stare. E il Como ha giocato la migliore partita della sua stagione: se non l’avesse fatto non sarebbe riuscito a spuntarla.
Il Catanzaro ha avuto il merito, pur nelle difficoltà di un incontro mai così pieno di insidie, di rimanerci sempre dentro: le occasioni sono state meno nitide di altre volte, forse anche meno numerose, ma fra il destro di Katseris sull’esterno della rete, la punizione di Pompetti deviata sulla traversa e un altro paio di ripartenze insidiose nella ripresa, qualcosa in più poteva venirne fuori. Iemmello e compagni non si sono mai arresi al cospetto di un avversario sulla carta più forte, più determinato e grintoso. Altro aspetto da tenere in considerazione: nelle ultime quattro partite Fulignati ha incassato appena due gol su rigore, vuol dire che lì dietro le cose continuano a funzionare. Si può obiettare che il Como abbia avuto varie chance per raddoppiare, ma dovendo recuperare lo svantaggio era impossibile non concedere qualcosa dietro.
Con questo spirito le Aquile si rialzeranno già dal prossimo impegno con il Modena. Non tutte le squadre – magari nessuna – azzarderanno il pressing alto e asfissiante che i lombardi hanno tenuto nei primi 20’ del primo tempo, tanto che poi non sono riusciti a ripeterlo, aspettando più bassi. Non sempre capiterà una partita storta agli elementi più esperti e forti come Iemmello e Vandeputte, che non hanno brillato anche perché è stato bravo a disarmarli chi avevano di fronte. Non è stata, comunque, solo una questione di prove dei singoli. O meglio, quelle vanno inquadrate nel contesto generale: la manovra non è risultata efficace come altre volte a causa della strategia del Como, di conseguenza hanno perso efficacia anche le individualità, compresi gli esterni: Brignola senza bollicine, Katseris pure, forse perché ha avvertito il contraccolpo del rigore causato all’inizio. Della massima punizione concessa al Como i tifosi stanno discutendo sui social da sabato sera e potrebbero farlo all’infinito. Servirebbe a poco, serve solo ripartire. Dopo un ko, il Catanzaro di Vivarini l’ha sempre fatto.

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