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Catanzaro, i dubbi di Vivarini per il derby con il Cosenza

Ghion in cabina di regia

Certezze e… punti interrogativi. Se dovesse scrivere sulla lavagna i suoi uomini per il derby, Vincenzo Vivarini dovrebbe dividere lo spazio in due parti: da un lato i sei o sette elementi sicuri di esserci, dall’altro i ballottaggi da risolvere. Non è pretattica, è abbondanza di scelte in alcuni ruoli, fra caratteristiche diverse e diverse interpretazioni.
Il Catanzaro non ha ancora un undici base, ma non è un aspetto negativo: significa che la rosa è valida al di là di un nucleo di undici-tredici calciatori. I giallorossi hanno iniziato il campionato con quasi la stessa formazione che aveva vinto la Serie C (l’unica variazione era Krajnc), poi hanno cambiato alcuni elementi per necessità – vedi infortunio di Situm dopo il Parma – o esigenze tattiche. Però non hanno mai perso identità di gioco, il punto di partenza anche domani. Insieme a quelli che già sanno di essere titolari.
Il triangolo dell’impostazione dal basso, per esempio: Fulignati in porta, Scognamillo (al rientro dalla squalifica) e Brighenti al centro della linea arretrata. Dai piedi dell’estremo e dei due difensori passerà, come sempre, buona parte dei palloni gestiti dal Catanzaro. Brighenti ne tocca uno al minuto, più di qualsiasi altro difensore del campionato e al livello dei registi di centrocampo Esposito (Spezia) e Cigarini (Reggiana), gli unici che lo fanno più di lui. Scognamillo siamo un po’ sotto – ma non troppo – e Fulignati non ha eguali fra i portieri per partecipazione alla manovra.
In mezzo toccherà a Ghion smistare la palla e calibrare i tempi. Il play ha recuperato dall’affaticamento muscolare, sta bene e non esiste che Vivarini ci rinunci. Tra l’altro il gol al Venezia l’ha caricato a mille: è stato il suo primo in B, non è servito per agguantare almeno un punto e vuole riprovarci. L’ha detto la settimana scorsa («Una rete nel derby, magari sotto la “Capraro”, sarebbe l’apoteosi»). Il tiro ce l’ha, chissà che l’esempio di Venezia non lo convinca a riprovarci.
Le altre due presenze scontate portano gol, assist e classe. Vandeputte è uno e trino, partirà da sinistra per fare, come al solito, un po’ di tutto: esterno di centrocampo, ala, trequartista, seconda punta. Iemmello pure, nel senso che cercherà di essere pericoloso cercando la profondità senza dimenticare di risalire il campo per aiutare la regia. Se non segna fa segnare, il capitano, stimolato come un tifoso qualunque dal derby più sentito.
Il settimo titolare dovrebbe essere Biasci: magari la certezza non ce l’ha (prima o poi arriverà anche il momento di Ambrosino, che continua a fare progressi), però la partita contro un avversario che non si chiuderà dietro ad aspettare, e quindi potrebbe lasciare spazi in cui il toscano è bravissimo, si presta alle sue qualità. Che oltretutto si sposano perfettamente in coppia con il belga: l’asse nelle zone mancine del campo è da due anni che porta gol e giocate.
I dubbi corrono negli altri ruoli. Situm è in forse, nel caso dovesse fermarsi spazio a Katseris più di Oliveri come terzino destro. È l’unico ruolo in cui il bollettino medico influirà sulla decisione.
Da terzino sinistro uno fra Veroli (favorito) e Krajnc, sulla destra del centrocampo testa a testa fra Sounas, Stoppa e il brillante Brignola di questi giorni, in mezzo fra Verna e Pompetti.

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