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Il Catanzaro si aspetta ancora segnali concreti da Donnarumma, Krajnc, D’Andrea e Brignola

Sono quattro gli elementi in organico che hanno reso al di sotto delle loro potenzialità. Tra infortuni e difficoltà di inserimento il loro contributo non è stato all’altezza

Il Brescia in casa e la Reggiana sulla via Emilia, due partite in tre giorni per consolidarsi ai piani alti e trascorrere la fine dell’anno come meglio non si potrebbe. L’ultimo mini-ciclo di ferro del girone d’andata può dare al Catanzaro altra spinta in classifica e al morale. Soprattutto, serve al club per capire su chi fare affidamento nel girone di ritorno: i tanti punti fermi dell’organico rimarranno dove sono (e ci mancherebbe altro), titolari e prime alternative non si muoveranno, però ci sono alcuni elementi che non hanno reso come ci si aspettava e ora che l’inverno sta arrivando possono entrare in ottiche diverse. Perché qualcuno ha giocato poco e quando l’ha fatto ha convinto in parte o per niente.
Insomma, gennaio potrebbe essere il momento per cambiare aria a meno che, nei prossimi centottanta minuti, non riescano a indurre Vivarini a garantire loro un’altra opportunità. E stavolta sfruttarla in pieno. In quattro, fino a questo momento, non hanno rispettato le attese.
Si tratta dei due innesti d’esperienza arrivati in estate, cioè Donnarumma e Krajnc, dell’unico rinforzo di un anno fa, vale a dire Brignola, e dell’under con più hype, ovvero D’Andrea. Per tutti e quattro bisogna fare dei distinguo, ma la sostanza li accomuna: avrebbero potuto e dovuto dare di più.
Partiamo da Donnarumma, perseguitato dalla sfortuna e dagli infortuni, fermo nelle ultime due partite per un problema al polpaccio. Il bomber stava cominciando a carburare fino a quando non s’è rotto il naso, quindi sarebbe da rivedere in campo con continuità, però fino a quel momento (la gara con il Modena) aveva collezionato appena 390’ spezzettati in undici gare, di cui solo quattro da titolare. È vero che ha segnato due gol pesanti, però da uno con oltre novanta centri in B… Qualche acciacco ha frenato pure Krajnc, che nelle gerarchie della difesa è scivolato dietro Veroli che adesso gli ha lasciato spazio per infortunio. Lo sloveno è l’unico del quartetto che ha visto il campo con un minutaggio discreto (689’) in nove incontri, ma senza mai convincere pienamente con continuità: aveva fatto discretamente con il Pisa, non è stato all’altezza ad Ascoli. Eppure ha vinto più volte la B, è stato in A e ha vestito le maglie di club storici o più ambiziosi del Catanzaro, avrebbe dovuto garantire un salto di qualità al pacchetto arretrato, ma finora non l’ha fatto.
Anche Brignola, 357’ in dieci gare di cui appena tre da titolare, non ha inciso: il gol vittoria di Marassi resterà nella storia della società, ad Ascoli è entrato volenteroso, per carità, e si nota che ha voglia di provare a ritagliarsi più spazio, però pure lui non ha marcato la differenza.
Quanto a D’Andrea, considerando i 19 anni ha una marea di scusanti: al debutto ha stupito con la giocata che ha procurato il rigore decisivo con la Ternana, poi si è perso e in quattro mesi ha infilato nel curriculum appena 175’ (mai da titolare). Ad Ascoli è stato lanciato nel quarto finale dopo quattro gare in panca: magari contro Brescia e Reggiana avrà più spazio e riuscirà a convincere il coach, altrimenti non è improbabile che il Sassuolo, avendone la proprietà, non se lo riprenda per smistarlo altrove.
Ieri pomeriggio la squadra ha cominciato gli allenamenti a Giovino, dove oggi è in programma una doppia razione di lavoro.

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