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Catanzaro verso il derby, Palanca sa come si fa...

La leggenda giallorossa ha firmato l’ultimo successo delle Aquile al “San Vito” in campionato nel 1986. «Giornata indimenticabile. Spero in una gara maschia, ma corretta e senza polemiche»

La sua doppietta a Cosenza la ricordano tutti. I tifosi giallorossi come quelli rossoblù, ovviamente lui stesso: «Segnai il primo di testa e il secondo di destro, non usuale per me, evidentemente era destino».
Lui è, naturalmente, Massimo Palanca, decisivo nell’ultimo successo in trasferta del Catanzaro in un derby di campionato (C1): 1-3 il 16 novembre 1986. Aquile avanti con Tavola, i Lupi in corsa con Mirabelli, poi entra “O Rey” e si prende tutto in tre minuti (fra 64’ e 67’) senza nemmeno usare il suo sinistro magico. «E pensare che non dovevo proprio andarci a Cosenza, ero reduce da un infortunio e non stavo bene, mister Tobia mi chiese solo di fare numero in panchina. Poi, nella ripresa, mi disse se me la sentivo di giocare una mezz’oretta e gli risposi subito di sì, anche per… tutto il contorno». Che Palanca rammenta altrettanto bene, ma non col piacere delle reti segnate: «Io con il Cosenza non avevo nessun problema, ero tornato da poco a Catanzaro, i problemi degli anni precedenti fra le due piazze non li avevo vissuti, mi avevano avvisato ma non pensavo si arrivasse fino a quel punto. Il clima era pessimo, la polizia ci scortò fin da Lamezia, c’erano agenti su ogni cavalcavia per evitare sassaiole, però la cosa che mi diede più fastidio fu quando, una volta alzato dalla panchina per riscaldarmi, mi insultarono pesantemente, c’era gente a bordo campo che sputò per terra quando passavo. Chi vestiva giallorosso lo vedevano come fumo negli occhi e pensai quanto fosse strano perché a Cosenza giocammo parecchie volte in campo neutro, anche in Serie A, categoria che hanno apprezzato grazie a noi».
Pure per quel precedente Massimo ribadisce una cosa che dice spesso: «Il tifo contro non lo tollero e spero che i tifosi del Catanzaro non cadano nelle provocazioni. L’anno scorso ho seguito tante volte la squadra in trasferta e il comportamento dei sostenitori giallorossi mi ha reso orgoglioso, spero continuino così».
Già di per sé interessante in quanto derby, la sfida sul campo aggiunge bollicine: «Il Cosenza ha fatto una bella partita a Parma contro la corazzata del campionato, sta veramente bene, è in condizione. Il Catanzaro altrettanto, lascerei da parte le polemiche per vedere una grande gara fra squadre giocano un buon calcio. Dura e maschia sì, ma sempre corretta e leale. Il 2-0 del Catanzaro all’andata? Non conta e ogni derby fa storia a sé».
E non è scontato venga inciso dai bomber più attesi: «Teoricamente toccherebbe a loro, cioè Iemmello e Tutino, che tuttavia saranno controllati a vista, perciò potrebbe sbucare fuori qualcuno cui non pensiamo. Uno come Ambrosino, per esempio, a cui serviva la continuità che sta avendo ora per mostrare il suo talento e le sue qualità», sottolinea Palanca. «Mi aspettavo il Catanzaro così alto in classifica, la storia insegna che chi domina la C come il Catanzaro poi va bene anche in B. Il gruppo c’era, bastava puntellarlo con elementi di categoria, com’è stato fatto. Forse ha preso un po’ troppi gol, però gioca bene, segna e se ritrova lo stesso entusiasmo dell’anno scorso può giocarsela con tutti. I cali in una stagione ci stanno, ma se oltre alla tecnica e alla tattica non si perde la serenità, quella può essere l’arma in più».

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