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Un Catanzaro senza più limiti e adesso la città sogna la Serie A. Iemmello: "Andiamo a prendercela..."

L’impresa del “Marulla” e il 5° posto riconquistato

Cuore, istinto e idee. Se si parla di calcio è stata una domenica perfetta, non la prima e probabilmente nemmeno l’ultima di questo campionato. Il Catanzaro che ha sbancato Cosenza ed è tornato al quinto posto può essere la scheggia impazzita nella parte finale della stagione. Senza pressioni, senza l’assillo di dover vincere a tutti i costi, con l’unico obiettivo di divertirsi e divertire, cioè fare quello per cui è stato costruito. Il cuore è formato da quel complesso di grinta, orgoglio, rabbia con cui le Aquile si sono prese un successo capitale. L’arringa di Pietro Iemmello a fine partita rivolto verso il settore ospiti: «Tutti insieme andiamo a prenderci la Serie A». Lo hanno sentito in tanti. Lo avevano già sentito bene i compagni, nel cerchio al centro del campo, lui che era evidentemente il più contento e carico perché da catanzarese vincere a Cosenza è una cosa senza paragoni.
Pietro ha espresso quella letterina magica. Che è un gioco e un sogno, non un’ossessione: le pressioni in questo senso gravano su chi deve salire a ogni costo per gli investimenti fatti, la Cremonese, il Como, il Venezia, anche il Palermo di nuovo superato in classifica da questo piccolo Davide giallorosso contro molti Golia. Occhio, allora, alla simbiosi fra chi incita e chi gioca in un gruppo che ora non ha più niente da perdere e, soprattutto, continua a crescere. È qui che al cuore si aggiungono l’istinto e le idee.
L’istinto collegato alla tecnica individuale: di D’Andrea che punta l’uomo e serve Situm, del pallone che il croato mette a rimorchio a centro area, dello smarcamento perfetto di Iemmello, che stoppa e si trasforma in giustiziere. L’istinto di Brighenti che è sempre dove deve stare o di Pompetti che corre per due, di Biasci che chiude i conti o di Ambrosino che di quel secondo gol ne segna metà con un assist perfetto. Occhio, ancora, perché oltre alle capacità dei senatori c’è la crescita dei giovani che nel girone d’andata stavano solo imparando. D’Andrea, Ambrosino, Miranda dopo i battistrada Veroli e Pompetti. E gli acquisti di gennaio Petriccione (e Antonini). E i continui miglioramenti di una macchina su cui le messe a punto di Vivarini non finiscono mai e portano benefici in tutti i reparti.
Le idee sono la strategia e la tattica dell’allenatore abruzzese, che ha dato un’altra lezione a Caserta come prima l’aveva rifilata a Iachini del Bari. Così ha trovato nuova linfa e risorse in attacco. Iemmello e Biasci restano i più puntuali, Vandeputte il terzo uomo, ma con Ambrosino ormai perfettamente inserito e D’Andrea sempre più coinvolto e convinto (in aggiunta a Sounas) sono aumentate le opzioni e le caratteristiche sulle quali puntare. Così come in questo girone di ritorno sono arrivate anche le reti dei difensori (due Antonini, uno Brighenti), altro aspetto che prima mancava.
Il centrocampo con Petriccione è sempre più simile alla versione del Catanzaro con Ghion in regia. In alcuni momenti del derby, specie nel primo tempo, il fraseggio giallorosso è stato da applausi: veloce, incisivo, orientato ad aprire spazi e suggerire movimenti, alternando passaggi orizzontali e verticali. La qualità del gioco giallorosso continua a essere il più bello ed efficace biglietto da visita.
Quanto alla difesa, Situm è tornato il soldato di prima dell’infortunio per quantità e qualità nelle due fasi: non raggiungerà i picchi di velocità di Katseris, ma ha un’intelligenza tattica enorme che consente variazioni di modulo e quindi problemi cui devono trovare soluzioni gli avversari. Brighenti e Scognamillo nel formato del derby sono dominanti quanto lo erano in C. Alla loro esperienza fanno da contraltare la fame di Antonini, sbarcato dalla categoria inferiore, e l’entusiasmo quasi incosciente dei baby Veroli e Miranda.
Sì, sognare si può come si può pronunciare quella lettera magica. Nessuno pretende la A, quindi continuare a provarci non costa nulla. E quando una squadra non ha niente da perdere, può essere molto pericolosa per chi se la trova davanti.

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