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Il Catanzaro non ha la pancia piena. Vivarini: "Sfida difficile, troveremo pochi spazi"

Al “Ceravolo” i giallorossi affrontano la Reggiana con l’obiettivo di centrare la quarta vittoria consecutiva

È passata un’altra settimana di complimenti, soddisfazioni e applausi per il gioco, le vittorie, il quinto posto in classifica, per il modo in cui il Catanzaro ha soggiogato un animale bizzoso come il derby, per di più in trasferta. Tutto benissimo e tutto bellissimo, ma sentendo Vincenzo Vivarini (e ripensando al discorso a compagni e tifosi di Iemmello al “Marulla”) si può ritenere che la grande bellezza di questo periodo non abbia riempito la pancia dei giallorossi: «Non ci interessa niente di ciò che viene al di fuori dell’obiettivo di squadra, che ora è solo la Reggiana. Ecco perché non facciamo programmi a lungo termine e non eccediamo in proclami, ma pensiamo esclusivamente a dare il massimo qui e ora».
L’oggi è la Reggiana di Nesta al “Ceravolo”, la prima di una serie di cinque avversarie (dopo toccherà a Brescia, Parma, Como e Modena) che nel girone d’andata hanno battuto il Catanzaro: «Questa è per noi una partita molto difficile – ha ammesso il tecnico abruzzese –, sanno difendere, avremo problemi a trovare spazi, a ricavare profondità, ci porteranno a lavorare in modo diverso rispetto ad altre gare. Nesta è uno che mi preoccupa, sta facendo bene e capisce tanto delle cose che facciamo noi. Ci saranno incognite per cui dovremo andare oltre i nostri limiti». Che comunque non sono ancora stati raggiunti: «Abbiamo ulteriori potenzialità da tirare fuori».
La sfida persa in Emilia il 26 dicembre è un ricordo abbastanza recente, anche se il Catanzaro è cresciuto notevolmente rispetto ad allora: «Atteniamoci alla gara d’andata – ha avvisato Vivarini –, quando abbiamo spesso tenuto il pallino del gioco senza riuscire ad avere occasioni da gol. Se è stato così c’erano dei motivi, problemi tattici che abbiamo analizzato».
E che possono essere superati perché «ora abbiamo anche un altro sapere». Altro sapere e altre forze, va aggiunto, considerando la risalita nelle gerarchie di giovani che ruggiscono e sono candidati serissimi ad alcuni posti da titolare pure stavolta.
L’undici di base può essere lo stesso di Cosenza: Veroli terzino sinistro (Antonini non al meglio pur essendo convocato), D’Andrea confermato sulla destra, Ambrosino in attacco, il dubbio più grosso è in mezzo col ballottaggio fra Pompettie Verna.
«Nel girone d’andata ci siamo affidati al vecchio blocco, poi siamo arrivati a un punto nel quale ci eravamo un po’ fermati sul piano della crescita di squadra, ma adesso i nostri miglioramenti stanno passando dalla consapevolezza e dalla crescita dei nostri ragazzi, forti sotto ogni punto di vista, e al fatto che tutto il gruppo ha risposto molto bene», ha risposto il coach a una domanda sulla concorrenza che in allenamento fa andare tutti a duemila. «L’avevo detto tempo fa che dovevamo crescere in un torneo bellissimo come aspetti tattici, in cui ognuno ha idee diverse. Abbiamo lavorato sulle difficoltà che ci hanno messo davanti le avversarie per prendere ulteriore consapevolezza dei nostri mezzi», ha spiegato.
A proposito di complimenti, all’andata Vivarini ne ha ricevuto uno da Nesta («A lui il mio Catanzaro richiama l’Empoli di Andreazzoli, quindi gli ho ricordato che fino a gennaio di quell’anno era il mio Empoli») e mercoledì ha incassato la citazione di De Zerbi, che ha infilato questo Catanzaro fra gli esempi di un calcio italiano che ha sposato la tradizione continentale: «E mi ha fatto un piacere enorme, ho studiato tantissimo il calcio europeo, soprattutto spagnolo. In Italia si ragiona sui gol presi, noi invece sulla fase di possesso che speriamo di continuare a far bene. Vedremo se l’assenza di pressioni sarà un nostro punto di forza, di sicuro lo sarà ancora la spensieratezza».

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