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Catanzaro, ora c'è il Como: un’altra cima da scalare

Dopo aver battuto la capolista Parma, domani sarà la volta del secondo in classifica. Un eventuale successo consentirebbe ai giallorossi di inserirsi per la promozione diretta

Come un tappone dolomitico al Giro d’Italia. Superata la prima vetta, ce n’è subito un’altra ed è dura allo stesso modo. Dopo il Parma in trasferta, il Como in casa, dopo la prima in classifica, ecco la seconda: per il Catanzaro è come se ci fosse la Marmolada appena completate le Tre cime di Lavaredo, cioè due gran premi della montagna che tolgono il fiato e stritolano le gambe. Ma se scollini bene anche stavolta magari prendi lo slancio giusto verso il traguardo. La sfida di domani al “Ceravolo” con il Como è la più grossa opportunità per entrare definitivamente nella corsa alla promozione diretta. I lombardi ora occupano un posto in linea con le ambizioni e gli investimenti della proprietà – un fondo inglese capeggiato dai ricchissimi fratelli Hartono, indonesiani – e hanno sei punti in più: inutile sottolineare cosa significherebbe portarsi a meno tre a sei giornate. Si farà subito sul serio: il Catanzaro ha il quarto attacco del torneo, il Como è il quinto, sono fra i più prolifici nei primi tempi (25 gol giallorossi, 23 lombardi) e nei primi 15’ (sette reti a 10).
E ci sono anche tanti altri indicatori d’eccellenza simili: percentuali di tiri nello specchio, creazione e realizzazione di chiare occasioni da gol, reti di testa (Aquile seconde in campionato, Como quinto) e su calcio d’angolo. Alla strategia e alla tattica ci stanno pensando gli allenatori, Vivarini da un lato e il duo Fabregas-Roberts dall’altra, che hanno dato ai lombardi un atteggiamento diverso rispetto a quello più attendista – e pure efficace – che aveva Longo, inquilino in panchina nel match dell’andata.
In campo se la vedranno i calciatori e i duelli si profilano spettacolari: Scognamillo e Antonini (Brighenti ancora ai box) contro Gabrielloni e Cutrone, per esempio, o Situm e Veroli contro Da Cuhna e Strefezza, ammesso che il Como riproponga il 4-4-2 con cui è stato schierato lunedì (perché non ci sarà il trequartista Verdi, infortunato). A Parma i quattro mattoni del muro giallorosso sono stati perfetti, proprio come l’architrave Fulignati, votato dai tifosi come migliore in campo. Sulle corsie, esattamente come al “Tardini”, dovranno dare massimo supporto anche gli esterni alti perché può darsi che i lombardi schierino con due terzini di spinta, Iovine e Ioannou: quindi sicuramente avrà compiti difensivi extra Vandeputte a sinistra (che li ha sempre assolti bene) ed è da vedere chi la spunterà a destra fra Sounas, il recuperato D’Andrea o, perché no, quell’Oliveri che da subentrato non è mai una comparsa banale (Brignola fuori causa).
Sono annunciate battaglie ovunque, ovviamente in mezzo, dove due fra Petriccione, Verna e Pompetti faranno a braccio di ferro con Baselli, Braunoder o Abildgaard (il capitano Bellemo è squalificato). Però i duelli più complicati e intriganti sono quelli che attendono gli attaccanti: Iemmello e Biasci (o Ambrosino) alla prova di Odenthal (il migliore nell’incontro d’andata) e di un difensore di Serie A come Goldaniga per provare a bucare Semper, garanzia fra i pali e portiere con più clean sheet della B (11). Stando ai nomi – o ai soldi spesi – non ci sarebbe partita. Ma era la stessa cosa a Parma, lì dove il Catanzaro ha scoperto che tutto è possibile, anche scollinare alla grande due montagne ripidissime una dietro l’altra.

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