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Il Catanzaro “da viaggio” fa ben sperare

Dei 52 punti totali in classifica ben 25 sono stati conquistati lontano dal “Ceravolo”

Sono due mesi che il Catanzaro formato trasferta viaggia veloce come il vento. Domani sera si gioca a Modena? Il rendimento esterno delle Aquile è la roccia cui aggrapparsi dopo la sconfitta con il Como. Aiuta a guardare avanti con fiducia. Non che il cammino al “Ceravolo” abbia lasciato a desiderare, perché Vivarini e i suoi calciatori hanno mantenuto un livello – di risultati e prestazioni – da grande squadra anche davanti ai propri tifosi, però ripensando alle 32 partite disputate finora, le imprese che vengono alla mente in maniera più facile sono quelle riuscite fuori casa: il blitz a Marassi di inizio ottobre, la lezione di calcio inflitta al Palermo al “Barbera” del primo dicembre, ovviamente lo straordinario 2-0 rifilato al Parma a Pasquetta, senza dimenticare il 2-0 del derby di ritorno (come all’andata, del resto). A questi successi che i tifosi hanno cerchiato in rosso nel proprio album personale, vanno aggiunte le tante belle prove sparse qui e là, anche quando non è stato ottenuto il massimo possibile, tipo il 2-2 al “San Nicola” contro un Bari che non era ancora involuto nella crisi e nella confusione come adesso.
Insomma, sul Catanzaro ci si può sempre mettere la mano sul fuoco, anche in scenari teoricamente ostili. Il primo motivo è il gioco, efficace in qualsiasi contesto perché sempre orientato a dominare il possesso o – nel caso di Parma – finalizzato a una rapida ricerca delle verticalizzazioni. I giocatori si trovano a occhi chiusi seguendo linee provate, riprovate e imparate a memoria da ormai più di due anni. Gli avversari conoscono il Catanzaro, ma se ancora spuntano gol sempre uguali (come quello di Biasci al “Tardini”) significa che l’esecuzione è fatta alla perfezione. E che il tecnico prepara altrettanto perfettamente le partite. In questo senso va inserito il secondo aspetto per cui si può pensare al colpaccio a Modena: i giallorossi nel girone di ritorno sono diventati più solidi e concreti. Un esempio? Per non citare di nuovo la sfida del “San Vito-Marulla” si può tornare al 2-1 con cui è stato piegato il Cittadella in Veneto. Vuol dire essere cresciuti e maturati anche da questo punto di vista, vuoi per l’innesto di Antonini nel reparto arretrato, vuoi per l’inserimento di Petriccione in mezzo (bravissimo non solo in impostazione), vuoi perché alcuni ko del girone d’andata hanno insegnato parecchie cose.
I numeri aiutano a contestualizzare meglio. Il Catanzaro è quinto in classifica, dietro quattro delle cinque corazzate del campionato. Dei suoi 52 punti, ne ha fatti poco più della metà (27) in casa: è il quarto miglior bottino dietro tre delle cinque big (Como, Venezia e Parma). Ma se non può sorprendere più di tanto il cammino interno (anche se bisogna sempre ricordare che il budget delle Aquile è inferiore ad almeno metà delle altre squadre), quello esterno è abbondante in assoluto (25 punti, peggio solo di Parma, Cremonese e Como) e ottimo negli ultimi due mesi: da inizio febbraio Vivarini ha preso 11 punti esterni 5 gare (ha fatto meglio la Cremonese con 13). Ed è da qui che le Aquile vogliono ricominciare a volare.

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