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Catanzaro, doccia fredda per Ghion: si teme una ricaduta del grave infortunio appena superato

Il centrocampista è uscito in lacrime dall’allenamento

Come rovinare il fantastico momento del Catanzaro? Con la ricaduta di Andrea Ghion.
Un altro fattore esterno si è messo di traverso al cammino delle Aquile, perché all’ottimo pareggio con la Cremonese (0-0) è seguito il nuovo infortunio del centrocampista, uscito in lacrime dall’allenamento di ieri mattina a Giovino: si sospetta un problema uguale a quello che l’ha fermato per tre mesi a gennaio (una lesione di terzo grado del semimembranoso della coscia sinistra) e che si era messo alle spalle da poco.
Rientrato prima del viaggio a Parma e subentrato nella ripresa a Modena e con la Cremonese, il play ventiquattrenne oggi si sottoporrà ai necessari approfondimenti strumentali, ma la preoccupazione del club è grande e non si profila niente di buono. Una grana che si aggiunge allo stop definitivo di Luca D’Andrea, che mercoledì si opererà al menisco esterno del ginocchio destro.
Il pianto di Ghion era indicativo e ha mandato di traverso le tante cose buone di un’altra grande prestazione delle Aquile. Hanno giocato alla pari di una delle corazzate del campionato, ai punti avrebbero meritato più del pari, ma si sono comunque tenute ancora aperte la possibilità del quarto posto, senza dimenticare che il quinto occupato attualmente (con quattro punti sul Palermo) è tutto tranne che un premio di consolazione. Venerdì sera, dopo Pisa-Catanzaro e Venezia-Cremonese, si saprà quale bivio sarà definitivamente preso (fra preliminari e semifinali playoff), ma la consapevolezza di valere le big resterà intatta come la porta di Fulignati, inviolata per la decima volta nel torneo.
Greco. «Forse avremmo davvero meritato qualcosa in più, ma abbiamo dimostrato ancora una volta che siamo alla pari delle più forti», ha spiegato dopo la gara con la Cremonese Sounas, uno che continua a strappare applausi per la combinazione fra impegno, quantità e qualità che garantisce, muovendosi da esterno destro che aiuta tanto la fase di non possesso e da esterno o mezzala che è inappuntabile in quella di sviluppo della manovra: «Siamo cresciuti tantissimo rispetto all’inizio del torneo e lo stesso ho fatto io in termini personali, era necessario perché in B le aspettative sono più alte della C e negli anni passati di amarezze me ne sono toccate tante». Adesso l’amarezza può averla chi non ha creduto in lui, magari qualcuno a Perugia, certo non Vivarini, né i sostenitori giallorossi che lo applaudono e dall’anno scorso sventolano con orgoglio in curva una bandiera della Grecia: «Io non ho mai mollato un centimetro e sono contento di dimostrare che in questa categoria ci posso stare. I tifosi? Il nostro dodicesimo uomo, in casa e in trasferta», ha sottolineato Sounas, tre gol segnati finora.
Giovanotto. Veroli, al solito, ha tenuto testa a gente più esperta di lui con una tranquillità degna di un veterano, molto più di quanto ci si aspetterebbe da uno di 21 anni: «Zanimacchia e Ghiglione erano avversari particolari e scomodi, ma credo di essermela cavata bene così come tutta la squadra ha giocato all’altezza della Cremonese. Il risultato finale è stato giusto e il punto dà morale». Veroli (con l’accento sulla “o”) aveva esordito in B proprio nel match dell’andata. Otto mesi e (per lui) 25 partite dopo, il difensore è pronto anche per il battesimo del fuoco nei playoff: «Chi preferirei affrontare? Sono tutte forti, pensiamo a continuare a migliorare dove ancora possiamo».
Acciaccati. Sembra non grave il problema a una caviglia di Ambrosino: solo una botta, comunque da valutare. Pare di lieve entità anche il fastidio all’adduttore della coscia sinistra di Pontisso.

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