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Catanzaro, la forza del cuore e delle idee. E ora l’esodo allo “Zini” di Cremona

Elementi fondamentali nella rimonta alla Cremonese, che tiene vivo il sogno dei giallorossi

La forza del cuore e quella delle idee. Le aveva richiamate Vivarini alla vigilia e le ha viste all’opera insieme nella serata successiva, aspetti fondamentali nella rimonta del Catanzaro sulla Cremonese. Quasi una profezia. La forza del cuore l’ha notata chiunque, che fosse al “Ceravolo” o davanti alla tv: se uno stadio intero applaude i suoi giocatori che hanno appena incassato lo 0-2 dagli avversari vuol dire che quegli stessi giocatori hanno fatto qualcosa di grande, al di là di qualsiasi risultato. È stata la scintilla che ha scosso la squadra in una corrispondenza di fibrillazioni - positive - diventata costante negli ultimi due anni. I giallorossi hanno dimostrato ancora una volta di essere attrezzati in modo strutturale di nervi e carattere: se riesci una volta a riacciuffare e ribaltare l’avversario come hai fatto col Brescia tre giorni prima può anche essere un episodio, ma se ti ripeti contro una delle più forti della B, come la Cremonese, allora vuol dire che gli attributi sono connaturati. Come le idee che Iemmello e compagni snocciolano gara dopo gara da due campionati. L’unione fra cuore e idee, la simbiosi con la tifoseria, la volontà comunque di proseguire il sogno promozione saranno tutte carte da spendere sabato allo “Zini”.
Centenario. «Sono contento per il mio gol, ma lo sono ancora di più per come abbiamo reagito al doppio svantaggio», ha spiegato Tommaso Biasci. Con la rete alla Cremonese il “gemello” del gol è arrivato a quota undici centri stagionali e 38 complessivi in 100 presenze con il Catanzaro. Non poteva festeggiarle meglio che con quel destro finito sotto l’incrocio («Mi è partito bene il tiro»), una cannonata di speranza. «Siamo stati bravi a non mollare e rimettere in piedi una partita che magari non era finita, perché noi ci abbiamo sempre creduto, però sotto di due in casa rischi di andare giù mentalmente. Poi dal mio gol credo che abbiamo espresso una delle migliori prove degli ultimi due anni». Già, perché appena hanno segnato l’1-2 le Aquile hanno aperto le ali trovando ciò che fin lì non avevano avuto. I cambi di Vivarini hanno innescato l’esplosione insieme a chi era rimasto in campo: Brignola velocità nelle incursioni sulla destra e al centro, Veroli solidità a sinistra, Iemmello e Donnarumma hanno cominciato a bucare la profondità con costanza (e peccato che il 99 non abbia sfruttato le due chance a tu per tu col portiere), Pompetti ha alzato l’intensità in mediana supportando Petriccione. In generale la squadra ha schiacciato la Cremonese nella propria metà campo, segnato il secondo gol di Brignola e accarezzato l’idea del colpaccio che sarebbe stato meritato.
Ripetersi. «La Cremonese ci ha messo in difficoltà nei primi 20 minuti, poi abbiamo pian piano ingranato fino a una ripresa che è stata la migliore da quando sono qui», ha sottolineato con orgoglio Oliveri: «Sapere cosa ci aspetta al ritorno è un vantaggio per noi, dovremo riportare in campo questa voglia, questa intensità, questa rabbia, ma se dovessimo riuscirci la vittoria sarebbe possibile. Dopotutto, se l’avessimo ottenuta già qui all’andata nessuno avrebbe avuto nulla da ridire». Situm dovrebbe tornare a disposizione per sabato, ma il ventunenne palermitano arrivato a Catanzaro in prestito dall’Atalanta se l’è cavata alla grande. Il pallone crossato in area da cui è nato il 2-2 è stato proprio di Oliveri, affidabilissimo pure in un contesto in cui l’assenza d’esperienza poteva pesare parecchio: «Ormai siamo alla fine della stagione, la condizione fisica è al top e mentalmente ho preso la giusta fiducia. Ho tanta voglia di aiutare questa squadra a ottenere il massimo». Provando a sbancare Cremona

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