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Catanzaro, otto motivi per crederci: tanti quanti i blitz in campionato

A Cremona servirà un’impresa ma i giallorossi in questa stagione ne hanno compiute diverse. Le Aquile in trasferta hanno ottenuto finora il miglior bottino mai raccolto in cadetteria

Servirà la partita perfetta, un’impresa forse ancora più grande dei due gol rimontati martedì sera alla migliore difesa della Serie B. Ma se c’è una squadra che in questa stagione di imprese ne ha fatte tante, questa è il Catanzaro. Ripensando ad alcune gare, anche e soprattutto fuori casa, sembra che i giallorossi stiano preparando la sfida di domani sera allo “Zini” di Cremona da tutto il campionato. Le Aquile in trasferta hanno ottenuto finora il miglior bottino mai raccolto in B: 29 punti con otto successi e cinque pari, 25 gol fatti e 22 subiti perché con Vivarini si osa ovunque, non solo al “Ceravolo”. È un’abitudine connaturata, non va improvvisata, né devono essere improvvisate la maturità e la capacità di mutare pelle e adattarsi agli avversari acquisite strada facendo.
Nobiltà. I primi due grandi blitz il Catanzaro li ha compiuti negli stadi più belli e pieni di gente, quindi di pressione. Al “Ferraris” di Genova ha piegato 2-1 la Sampdoria (1 ottobre). Lì ha saputo reagire immediatamente al rigore di Borini con il tiro-cross di Vandeputte e un tap in di Brignola su assist di Iemmello: gara intensa e giocata a viso aperto da tutt’e due le squadre, quella ligure nel secondo tempo è andata alla disperata ricerca del pari, quella calabrese è stata capace di resistere senza dimenticare di cercare – pur fallendolo - il tris che avrebbe chiuso i conti. L’altro colpo a una big nel girone d’andata è arrivato a Palermo (1 dicembre), con lo stesso risultato (2-1) ma differente svolgimento rispetto al sacco ai blucerchiati. Al “Barbera” il Catanzaro ha imposto da subito il proprio gioco, per quasi 75 minuti ha mandato in panne i rosanero col fraseggio orchestrato da Ghion e i graffi di Iemmello e Biasci. I siciliani hanno accorciato nell’ultimo quarto e nel finale si sono buttati avanti con rabbia, ma Fulignati e soci hanno tenuto e meritato. Se a una squadra non tremano le gambe a Marassi o alla Favorita, lo “Zini” non può fare paura, a maggior ragione perché i tifosi giallorossi saranno intorno ai 4.000 (stima del Gos di Cremona), quasi il doppio dei 2.436 del settore ospiti.
Cosenza. Il 2-0 nel derby di ritorno fa parte delle imprese per la particolarità della partita. Come all’andata hanno segnato i gemelli del gol Iemmello e Biasci, come all’andata Vivarini ha dato scacco al collega con un gran primo tempo, nel quale sono stati fondamentali i movimenti da destra verso il centro di Situm: il croato ha recuperato dal fastidio a un polpaccio che l’ha tenuto fuori col Brescia e la Cremonese al “Ceravolo”, dunque sarà una carta tattica da far pesare. Nella ripresa al “Marulla” mezz’oretta di resistenza con l’aggiunta di transizioni letali: potrebbero servire pure a Cremona.
Emilia. Sono state da incorniciare per vari motivi le vittorie di Padova (con il Lecco), Bolzano, Cittadella e Modena, ma nessuna regge il paragone con Parma. La capolista non perdeva al “Tardini” da 13 mesi e dopo il passaggio del Catanzaro non l’ha più rifatto: ha attaccato, ci ha provato, però anche in quel pomeriggio (1 aprile) Vivarini ha dato una lezione al collega avversario. Palleggiare in zone basse del campo in casa della più forte non se l’aspettava nessuno, eppure i giallorossi hanno avuto la sfacciataggine e la qualità per riuscirci: così non hanno dato profondità alle frecce emiliane, costrette alla larga dall’area giallorossa, e ogni volta che ne hanno eluso il pressing sono state pericolose se non letali. Da manuale l’1-0 di Biasci su assist di Situm, splendida l’incornata di Antonini su angolo di Vandeputte. Il Catanzaro non aveva mai vinto a Parma (e non l’ha mai fatto a Cremona), ma quel giorno ha reso possibile una cosa che non lo sembrava. Ricordarlo è la base per provare a ripetersi.

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