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Catanzaro, Lovisa è più di un’idea

Martedì il presidente Noto incontrerà il tecnico Vivarini e proverà a blindarlo

Il club non si è fasciato la testa e non ha perso tempo a rimpiangere il suo direttore sportivo. Al di là del fastidio per il modo in cui si è consumato (e si sta ancora consumando) il divorzio, a via Gioacchino da Fiore hanno immediatamente riallacciato vecchi discorsi e sondaggi per individuare il sostituto di Giuseppe Magalini. È una questione parallela all’intricato nodo relativo a Vincenzo Vivarini, sempre richiesto in Serie A e atteso, martedì, dal confronto con il presidente Noto. Dirigenza.

Il sesto uomo-mercato di questa gestione (prima del veneto che sta per accasarsi al Bari ci sono stati Doronzo, Logiudice, Cerri e Pelliccioni), potrebbe essere il più giovane di tutti: Matteo Lovisa, accostato ai giallorossi in inverno, è un’idea concreta e già sondata che stuzzica la società per una serie di motivi. Il primo è l’età: il ds della Juve Stabia è giovanissimo, ma ha alle spalle una discreta esperienza fra l’ultimo campionato di Serie C vinto con i campani e le sei stagioni precedenti, di formazione, nel Pordenone di famiglia (il padre era il proprietario e presidente) con annesso salto in B datato 2019. Molto legato a Cristiano Giuntoli, direttore tecnico della Juventus, Lovisa è uno dei profili che la proprietà del Catanzaro ritiene potenzialmente adatto a impostare un nuovo progetto sul piano dirigenziale. Non è comunque l’unico fra i ds sotto osservazione: in questo momento sono su piazza uno che sa il fatto suo come Luca Leone (per quattro anni alla Ternana) e, a scendere, altre figure che però convincono meno per vari motivi, tipo Ciro Polito che è appena stato mollato dal Bari. È invece da considerare inarrivabile Mauro Meluso, che dopo aver chiuso col Napoli preferirebbe non tornare in B (e comunque finora non sarebbe stato contattato dal Catanzaro). In settimana dovrebbero esserci novità anche sulla scelta del nuovo direttore generale: la proprietà può pescare all’interno della stessa società (e della stessa famiglia?) o battere una strada esterna, tuttavia è ormai ai titoli di coda, dopo quattro anni, pure l’avventura di Diego Foresti. Allenatore. L’unico cambiamento che il club avrebbe difficoltà ad accettare è quello in panchina: il Catanzaro non ha assolutamente intenzione di separarsi da Vivarini, che rimane il centro di tutto il progetto e l’architrave su cui il patron vuole imbastire la prossima stagione, forte di un contratto valido per un altro anno e di una progettualità, avviata nel 2022, che non ha ancora raggiunto un punto di arrivo. Il problema, per il tecnico abruzzese, è sempre lo stesso: se le proposte dalla Serie A si riveleranno più forti di un semplice sondaggio o interesse, sarà complicato, se non impossibile, convincerlo a rimanere. Come si potrebbe trattenere un coach di 58 anni che, per la prima volta, ha la possibilità di guidare una formazione in massima serie? Il Venezia è un pericolo, ma forse l’Udinese dei Pozzo lo è anche di più ora che ha ufficializzato il divorzio da Cannavaro. E non va dimenticato il Cagliari. Tutte e tre sono alle prese con un casting (veneti e friulani su Di Francesco, sardi su Andreazzoli e non solo), però nel giro di consultazioni continua a essere presente Vivarini, che ha già sentito e/o incontrato tutte e tre. Martedì il faccia a faccia in città fra Vivarini e Noto dovrebbe chiarire qualcosa, se non tutto. I tifosi incrociano le dita e sperano che l’allenatore resti. Lo spera anche il club.

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