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Catanzaro, i tifosi spazientiti con Caserta

Un gruppo di sostenitori giallorossi ha chiesto al presidente Noto la testa del tecnico dopo il sofferto pareggio col Modena. Il patron per ora non agisce: domani il trainer dirigerà l’allenamento in vista del match a Bari

Una scena di fine partita. Anzi, la scena madre. Il presidente Noto sul balconcino del suo sky box che dialoga con un gruppetto di tifosi posizionati poco più sotto, nei Distinti. Con il patron non usano giri di parole, chiedono l’esonero dell’allenatore che, qualche istante prima, è uscito dal campo, insieme a staff e squadra, accompagnato da qualche applauso e parecchi fischi, roba che al “Ceravolo” non si sentiva da uno 0-0 con il Palermo datato gennaio 2022.
La risposta del patron ai sostenitori “giustizialisti” è improntata all’avere pazienza e alla necessità di dare il tempo necessario a Caserta, che dunque domani pomeriggio dirigerà regolarmente la ripresa dei lavori in previsione della trasferta di Bari in programma, dopo questa nuova sosta per le nazionali, venerdì 18 (ore 20:30).
La scena madre rende bene l’idea del malumore che coinvolge il tecnico, sempre più sulla graticola della piazza. Di sicuro la gara con il Modena, al di là del 2-2 riacciuffato in extremis e di quel possibile rigore non concesso per un intervento di Botteghin su Pittarello (si fischiano massime punizioni per molto meno), ha reso ulteriormente più complicata la situazione.
Dopo due anni d’eccellenza i sostenitori giallorossi saranno pure molto esigenti, ma otto partite di campionato, tre mesi di allenamenti dal ritiro fino ad ora e il mese abbondante trascorso dalla fine del mercato a oggi, era logico attendersi e pretendere qualcosa di più e di meglio.
Invece il Catanzaro è ancora alla ricerca della sua identità, come dimostrato dal match con il Modena e dall’ennesimo cambiamento di modulo: le prime quattro giornate con il 3-5-2 per necessità (scarseggiavano gli esterni offensivi), poi tre gare con il 4-2-3-1 che dovrebbe essere il punto di riferimento, quindi il ritorno al 3-5-2, magari nella speranza che una mediana più nutrita garantisse altra efficacia alla manovra e più equilibrio. Evidentemente non ha funzionato, al di là dei gol realizzati su una delle due o tre azioni discrete del primo tempo e su calcio piazzato nel secondo. E sorvoliamo sulle ingenuità che hanno permesso le due reti degli avversari, con il contropiede del parziale sorpasso subito in modo del tutto scriteriato.
Insomma, le scelte iniziali non hanno convinto: tre centrali per una sola punta sono sembrati troppi, il lancio lungo per Pittarello è stato fine a se stesso, Biasci non è mai stato servito a dovere, sulle corsie gli esterni Situm e D’Alessandro erano spesso in inferiorità. E non sono state convincenti nemmeno quelle della ripresa: il cambio fra Bonini e Brighenti, col Modena avanti, ha fatto storcere il muso a molti visto che in panchina c’erano tre terzini (il destro Cassandro, i mancini Turicchia e Ceresoli) dalle caratteristiche più adatte a una squadra che doveva rincorrere il risultato. Alla fine Caserta l’hanno salvato sì due subentrati, Pontisso che ha battuto il corner e La Mantia che l’ha trasformato nel pallone del pari, ma davvero dopo otto turni questo Catanzaro assolutamente incompiuto non può soddisfare nessuno. Avrà la forza per reagire a Bari? Al momento lo pensano solo i più ottimisti.

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