Il benessere collettivo mette da parte gli obiettivi personali, perché c’è una sola cosa che conta adesso: «Riuscire a vincere, sono concentrato semplicemente su questo, ci servirebbe anche per il morale». Un attaccante altruista non ha ragione di esistere, ma quando mette il suo naturale egoismo al servizio della squadra è chiaro che sa benissimo come comportarsi. E vuol dire pure che possiede la pazienza per aspettare il proprio turno. Andrea La Mantia l’ha già fatto, capitalizzando al meglio le due occasioni che Caserta gli ha garantito da subentrato: contro il Modena con il gol che ha certificato il pareggio, a Bari con l’assist per Iemmello.
Normale, allora, che dopodomani contro il Sudtirol il 33enne possa strappare una chance dall’inizio: «Ma io davvero sono focalizzato sull’obiettivo di una vittoria che ci manca. Sono ovviamente a disposizione e provo a dare il massimo, poi lo so che davanti c’è tanta concorrenza e ci sono giocatori forti».
Per cui si può anche stare fuori a guardare, anche se hai contributo, come lui, a due promozioni in Serie A (Lecce ed Empoli), hai giocato nella massima categoria e segnato più 100 gol fra i professionisti: «On line me ne danno 27 di testa? Non li ho mai contati, però pensavo fossero di più, è una delle mie caratteristiche», ha scherzato il centravanti arrivato l’ultimo giorno di mercato in prestito dalla Spal. Ha punito un po’ tutti, il 33enne, il Sudtirol è una delle poche ad averla scampata (in cinque partite).
Di sicuro non l’ha scampata il Catanzaro, colpito a gennaio (dalla sua centesima rete, tra l’altro) e ritrovato qualche mese dopo, non più dall’altra parte della barricata. «Mi sentivo già un po’ a casa, vengo qui da dieci anni perché è la città mia moglie. Lei (l’influencer Silvia Raffaele, ndr) ha inciso nella mia scelta? Un po’, ma non è stata determinante, Catanzaro è una piazza che nessuno può rifiutare e io sono qui per riconfermarmi, dimostrare che sono ancora un giocatore importante per la B e tornare ai livelli che avevo prima di qualche annata al di sotto dei miei standard. Nella mia carriera ho cercato di affrontare ogni sfida come un’opportunità e questa è sicuramente bella grande».
La Mantia, numero 19 come un amuleto (ce l’ha anche tatuato), in campo ha impiegato poco ad ambientarsi, giusto il tempo di riprendere una condizione fisica accettabile. Nello spogliatoio ha impiegato anche di meno. Era stato in squadra con Petriccione (al Lecce) e Compagnon (l’anno scorso alla Feralpisalò), ma al di là delle conoscenze dirette «mi ha stupito l’unità di questo gruppo che mi ha integrato immediatamente. Si vedeva anche nello scorso campionato, da fuori, che era così, infatti i risultati raggiunti ne sono stati la testimonianza. Questa unità mi ha impressionato più di qualsiasi altro aspetto ed è fondamentale, altrimenti in B non vai da nessuna parte. Quanto ai singoli, conoscevo Iemmello ma non mi ero mai allenato con lui e si vede il livello che ha, poi “Petri” mi fa impazzire da sempre».
Fra due giorni, per La Mantia e i giallorossi, un osso duro come il Sudtirol sarà il test per confermare le buone sensazioni (e impressioni) della gara di Bari: «In questo campionato sono tutte formazioni toste, il Sudtirolè compatto, organizzato, riparte bene ed è difficile da affrontare. Noi però abbiamo margini di crescita molto alti. E non molliamo mai fino al novantesimo».
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