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Vibonese più brava ma non la più ricca

Il club rossoblù hanno un valore della rosa inferiore a ben quattro avversarie

Nel calcio spesso vince chi spende di più. Nel girone I di Serie D la Vibonese vuole rappresentare la classica eccezione alla regola principale e l’appetito vien mangiando in casa rossoblù dove cresce di settimana in settimana la fame di vittorie. Per qualcuno il primo posto in classifica, conquistato a suon di prestazioni convincenti, è frutto del caso ma Favo e compagni puntano a smentire gli ultimi detrattori presenti sulla piazza.
Vogliono dimostrare che la loro leadership viene da lontano e poggia sulle idee della dirigenza, le competenze dello staff tecnico e i sacrifici quotidiani dei giocatori. C’è di più: la Vibonese vince e convince con un budget di gran lunga inferiore rispetto a quello disponibile per le tre corazzate del girone: Siracusa, Scafatese e Reggina. Anche Pompei, Nissa, Licata e Ragusa hanno speso di più la scorsa estate.
Se venisse stilata un’apposita classifica il club rossoblù non sarebbe neanche tra le “magnifiche sette”, lontano dal podio e fuori persino dalla zona playoff. In realtà la Vibonese ha sovvertito i pronostici della vigilia e si ritrova in cima alla classifica in coabitazione con il Siracusa e la Scafatese ma con una partita in meno e la possibilità addirittura di sferrare la prima mini-fuga stagionale.
Secondo il portale specializzato transfermarkt, il valore di mercato della rosa è di 1,34 milioni di euro in risalita rispetto all’inizio della stagione ma decisamente più basso rispetto a Siracusa (2,71 mln), Reggina (2,50 mln), Pompei (2,12 mln) e Scafatese (2,04 mln). La Vibonese è prima in classifica con i conti persino in miglioramento dopo la spending-review adottata dal presidente Pippo Caffo il cui nuovo modello di sviluppo punta a un calcio sostenibile e la scelta del duo Meli-Facciolo dà ragione alla sua lungimiranza nel vedere ciò che solo un paio di mesi fa sembrava un drastico ridimensionamento delle ambizioni.
Niente spese folli e mercato oculato funzionale ai principi di gioco imposti dal Michele Facciolo continuerà ad essere la principale direttiva per dimostrare che, a volte, nel calcio non vincono i più forti ma i più bravi. Ovviamente nell’auspicio che questo si ripeta fino alla fine della stagione.

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