La “sindrome” del “Luigi Razza” da superare per compiere il definitivo salto di qualità. La Vibonese prepara il big-match casalingo con il Siracusa nella speranza che questa sia la volta buona per spiccare il volo. Tra ieri (inteso come la passata stagione) e oggi (il campionato attuale) i rossoblù sono arrivati sempre a un passo dalla possibile svolta annusando solo il profumo dell’impresa memorabile e mai effettivamente riuscita. Come lo scorso mese di gennaio quando la squadra allora diretta da Antonio Buscè fu protagonista di uno strepitoso primo tempo chiuso con il punteggio di due reti a zero sulla corazzata Trapani dominata in lungo e in largo. Il risultato finale fu un’autentica doccia fredda per la Vibonese, colpita e affondata nel secondo tempo da Kragl e compagni capaci di rimontare due gol e chiudere il big match con il risultato di cinque reti a due.
Da allora la “sindrome” del “Luigi Razza” ha colpito più volte i rossoblù: contro il Siracusa nella sfida che avrebbe potuto regalare il secondo posto in classifica e poi ancora nella semifinale playoff con la Reggina persa di misura con lo stesso risultato maturato qualche settimana fa. Stesso campo, marcatore diverso: Barillà lo scorso mese di maggio, D’Urso nell’ultima grande partita giocata e andata male allo stadio “Luigi Razza”. Unica eccezione la vittoria brillante ottenuta al cospetto della Scafatese allora prima in classifica e ancora imbattuta. La squadra di Michele Facciolo ha fatto l’impresa imponendosi con il punteggio di tre reti a uno al termine di una prestazione da incorniciare in un mercoledì da leoni caduto nel bel mezzo di ottobre. Quel giorno anche il più scettico dei tifosi rossoblù ha scoperto il reale potenziale di una squadra capace di fare tutto e il contrario di tutto.
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