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'Ndrangheta, sequestro da 14 milioni a Catanzaro: coinvolto anche l'ex consigliere La Rupa

Franco La Rupa

I militari del comando provinciale di Catanzaro della guardia di finanza, coordinati e diretti dalla Dda del capoluogo calabrese e con il supporto dello Scico di Roma, hanno eseguito sei distinti provvedimenti di sequestro di beni, per un valore di oltre 14 milioni di euro, nei confronti di persone organiche o contigue ad alcune cosche di 'ndrangheta. Tra loro c'è anche l’ex consigliere regionale della Calabria Franco La Rupa, il cui patrimonio è valutato in circa 9 milioni di euro.

I sigilli sono stati apposti dai finanzieri, che hanno operato con il coordinamento della Procura distrettuale di Catanzaro, anche a soggetti vicini alle cosche «Cerra-Torcasio-Gualtieri» e dei «Giampà» di Lamezia Terme, «Gallace-Gallelli» di Guardavalle e «Anello» di Filadelfia.

Tra i beni sequestrati ci sono tra gli altri, 34 fabbricati, 9 attività imprenditoriali, 16 appartamenti, due ville lussuose, 40 terreni e 22 veicoli. Oltre a La Rupa, il cui valore del patrimonio è risultato sproporzonato rispetto ai redditi dichiarati, i sequestri hanno riguardato Luigi Trovato ritenuto contiguo alla cosca Giampà di Lamezia Terme; Nino e Teresina Cerra, anche loro di Lamezia; Domenico Origlia, di Guardavalle, e Francesco Mallamace, di Vibo Valentia.

All’ex consigliere regionale La Rupa, che é stato anche sindaco di Amantea, condannato in via definitiva per voto di scambio con appartenenti alla cosca Forastefano di Cassano allo Ionio, i finanzieri del Gico, col supporto del Scico, hanno sequestrato il 50% della struttura immobiliare in cui era ospitata una volta la casa di cura «Giovanni XXIII» di Serra d’Aiello, una villa ad Amantea, un bar, un’azienda agricola a Cleto, undici fabbricati ad Amantea e altri due a Cleto, 32 terreni agricoli, tre auto di lusso, due polizze assicurative e diversi rapporti bancari.

"Apprendiamo con piacere che questa mattina il comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, insieme al gruppo di Lamezia Terme hanno messo a segno una vasta operazione di sequestro di beni a cosche, affiliati e contigui della ‘ndrangheta, nelle province di Vibo, Catanzaro e Cosenza, per un valore di oltre 14 milioni di euro. Un duro colpo anche ad alcune delle cosche lametine con il sequestro di beni appartenenti a organici o vicini alle cosche Cerra-Torcasio-Gualtieri e Giampà".  Così Armando Caputo, presidente dell’Associazione antiracket Lamezia (Ala), che ringrazia "la Guardia di Finanza e la Procura per il grande lavoro di squadra che stanno portando avanti, coordinati dal procuratore capo Gratteri dagli aggiunti Luberto e Capomolla e dai sostituti Falvo,  Romano e Mandolfino". Caputo ritiene che "operazioni come questa, sia per la dimensione del sequestro in termini di valore economico, sia per il numero di persone coinvolte, siano di fondamentale importanza nella lotta alla mafia, perché capaci di sottrarre la linfa vitale alle cosche.  L’operazione, inoltre - aggoiunge il presidente dell'Associazione antiracket -  fa luce sull'enorme quantità di danaro e beni in mano alle cosche lametine che controllano e manovrano, insieme ai tanti imprenditori “grigi”, una parte importante dell’economia cittadina. Siamo certi che il lavoro congiunto della Procura e della GdF in questa direzione potrà dare ancora risultati sorprendenti".

 

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