Dopo lo tsunami che ha anche disvelato le connivenze tra i vertici dell’Asp e alcuni esponenti della politica locale, l’ospedale “Giovanni Paolo II” appare sempre più come un casermone svuotato di senso. Dopo la “pulizia” fatta da forze dell’ordine e Dda, la struttura ospedaliera la mattina vive ore di caotica routine mentre nel pomeriggio, fra corridoi e reparti, l’atmosfera è a dir poco spettrale.
La mattina le code per prenotare le visite specialistiche sono sempre una via crucis, specialmente per chi arriva dai piccoli paesi vicini. Chi viene da fuori città arriva e aspetta per ore. Parlando con la gente che attende di prenotarsi il refrain è sempre lo stesso: «Quelli che vivono qui, arrivano e trovano l’amico che gli dà il biglietto per la prenotazione. Pochi minuti d’attesa e passa il turno, alla faccia di chi si alza presto e aspetta per ore per poter avere una prenotazione perché non ha santi in paradiso».
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