"Abbiamo evitato una guerra di mafia che poteva realmente concretizzarsi". Gli inquirenti che hanno eseguito oggi i 21 fermi nel Crotonese non hanno dubbi: "Avrebbero ucciso prima di Natale, per questo siamo intervenuti".
Il dato è emerso nella conferenza stampa in Procura a Catanzaro. Gli equilibri nella zona di Isola Capo Rizzuto sarebbero saltati dopo l’operazione Jonny, che ha “tagliato i rubinetti” nella gestione criminale del Cara (il centro per i migranti).
I riposizionamenti dopo gli arresti e la lotta per il controllo di estorsioni, spaccio di droga e soprattutto gioco online stava per sfociare nel sangue. Da qui la necessità dei fermi, captati almeno due progetti omicidiari ai danni di esponenti della famiglia Capicchiano.
Ricostruiti dalla Polizia anche sei riti di affiliazione. Una serie d battesimi, rituali che avrebbero sancito un’alleanza fra isolitani, petilini e papaniciari che si stanno riannondando i rapporti che stavano riannodando i rapporti nell'ottica di una spartizione del territorio.
Progetto che tuttavia stava, secondo gli inquirenti, per naufragare e sfociare in una guerra di mafia. A riprova di ciò, il ritrovamento di un'auto rubata con un fucile a bodo pronto per l'uso e di un'altra macchina in un'officina attrezzata, secondo la Dda di Catanzaro, per ammazzare.
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