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Giallo sulla morte di un 63enne di Davoli, deceduto a quattro giorni dal ricovero

L'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro

È giallo sulle cause relative alla morte di un sessantatreenne di Davoli residente nel borgo, Giuseppe Fristachi, avvenuta sabato scorso presso il nosocomio di Catanzaro. Tanto lo sgomento tra i residenti del piccolo centro davolese, dove questa vicenda ha messo in rilievo una morte che ha dell’inverosimile, sottolineando tra l’altro i vari comportamenti omertosi di chi sa cosa possa essere successo e non parla. Giuseppe, attualmente disoccupato, dopo la caduta è stato accompagnato da “qualcuno” al pronto soccorso di Soverato e lasciato lì all’entrata in condizioni molto gravi da solo, senza nemmeno avvisare i parenti.

Appena entrato in ospedale, nella mattinata del 18, a Giuseppe gli è stato assegnato un codice giallo, ed è stato preso in carico dai sanitari di turno che ne hanno riscontrato già da subito un politrauma dovuto ad una caduta. Le condizioni precarie e lo stato di intontimento hanno fatto sì che l’uomo entrasse nel coma più profondo. Da qui la decisione dei sanitari di Soverato, appunto, di trasferirlo d’urgenza presso l’ospedale Pugliese di Catanzaro, dove è rimasto in coma fino a sabato scorso spirando intorno alle 16. Sembrerebbe, che in alcuni momenti di lucidità, all’interno del pronto soccorso soveratese, l’uomo, avrebbe riferito ai sanitari di una caduta da una scala avvenuta in casa, sostanzialmente un banale incidente domestico. Uno dei sanitari, forse insospettito dal fatto che un banale incidente domestico non avrebbe potuto causare, forse, le varie ferite lacero contuse, i traumi alla testa, al torace e all’addome, ha preferito notiziare i carabinieri che sono intervenuti avvisando immediatamente dell’accaduto i familiari. Forti sono i dubbi sulle cause e sull’accaduto viste le condizioni fisiche in cui è stato trovato l’uomo, stava lavorando o altro, ma di più particolare e senza alcun dubbio deprecabile è il comportamento di chi lo ha lasciato solo nei locali del pronto soccorso, un atteggiamento che indica solamente paura o malafede.

A seguito del decesso del povero Giuseppe, la salma è stata posta sotto sequestro, e senza dubbio nei prossimi giorni sarà autorizzato l’esame autoptico, dal quale si potranno conoscere dettagliatamente le cause del decesso. Senza alcun dubbio, i militari dell’Arma, dopo l’esame autoptico, potranno decidere se aprire o meno una inchiesta cercando di portare definitivamente chiarezza sull’accaduto.

Le sorelle ed i parenti del Fristachi, seguiti dall’avvocato Salvatore Vono, ancora incredule per ciò che è avvenuto vogliono vederci chiaro, e si dicono pronti ad intraprendere qualsiasi azione che porti a fare piena luce sulla vicenda.

Chi lo ha portato al pronto soccorso?

La dinamica della morte di Giuseppe Fristachi, a Davoli, non è ancora chiarissima. L’uomo, senza occupazione, è giunto in pronto soccorso a Soverato martedì 18 riferendo di essere caduto da una scala in casa propria.

La versione fornita da Fristachi è apparsa sin da subito dubbia ai sanitari che gli hanno prestato le prime cure. L’uomo è poi è stato trasferito al Pugliese di Catanzaro dove è morto sabato.

La Procura ha disposto il sequestro della salma e l’autorizzazione all’autopsia. Diversi i nodi da sciogliere: tra questi anche risalire all’identità di chi lo ha accompagnato in ospedale.

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