"Rialzati, Calabria: è questo il grido d'affetto che rivolgo ai calabresi, indistintamente e senza menzioni particolari: chi svolge o ricopre incarichi di particolare responsabilità, saprà guardarsi dentro per trovare un supplemento di impegno che gli è richiesto per il ruolo che svolge". E' quanto afferma il presidente della Conferenza episcopale Calabria, l'arcivescovo di Catanzaro-Squillace monsignor Vincenzo Bertolone, nel suo messaggio augurale ai calabresi in occasione del Natale.
"Non serve ripetere, a mo' di litanie - prosegue - le statistiche sulla disoccupazione, l'emigrazione, la fuga dei nostri giovani, la povertà in aumento. Viviamo giorni avari di sole, che è nascosto nel buio della miseria umana e materiale, voluta dalla potenza di pochi per la disperazione di tanti. Eppure, è proprio in questo contesto, all'apparenza arido, che la speranza fa capolino grazie ai suoi semi già messi a dimora. È il Natale che arriva. Nel segno della Natività noi rigettiamo un destino di catene e di indifferenza per la Calabria. Lo diciamo ai giovani sfiduciati, che debbono inchinarsi di fronte a certi adulti che chiedono loro o di uniformarsi alla mediocrità o di far le valigie ed andar via. E lo diciamo pure ai loro genitori, affinché ricordino i sogni coltivati quando li dettero alla luce: chissà che non ritrovino la forza di combattere per sé e per gli altri. Serve, una bussola, per orientarci, per riconoscere il prossimo, relegato negli angoli bui delle strade perché diverso da noi per la pelle di altro colore, perché vestito di stracci, o malato o anziano e comunque 'scarto' d'una società che riconosce solo chi si omologa ai cliché del potere. Dobbiamo imparare a riconoscere la povertà che affolla le nostre strade, e spesso anche le nostre vite per ritrovare il sano coraggio di accettarla e guardarla in faccia".
"Nostra bella e nobile Calabria - afferma il Presule - riprendi a camminare con le tue gambe, senza indugi: basta guardare a Cristo Gesù fattosi uomo per dare vita ad una nuova creazione e ad una nuova umanità. Provaci, Calabria: non cedere onore e dignità, ma riprenditi il futuro. E non temere il tempo che verrà, carico di sfide ancor più difficili: negli occhi dei tuoi figli che partono senza più tornare c'è la ragione di una resistenza che smetterà d'essere indignazione celata per diventare occasione di riscatto e costruzione di alternative capaci, coerenti, credibili".
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