Faida per la supremazia del controllo dell'area montana della Sila catanzarese. E' in quest'ambito che si è mosso il blitz dei carabinieri che all'alba di questa mattina hanno dato vita ad una vasta operazione fra la provincia di Catanzaro ed alcune località del nord Italia.
Il bilancio dell'operazione - denominata "Reventinum" - è di dodici arresti, le accuse sono di associazione di tipo mafioso e, a vario titolo, dei delitti di estorsione, sequestro di persona, violenza privata, danneggiamento a seguito di incendio, detenzione illegale di armi, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
L'indagine, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Catanzaro e coordinata dal
Procuratore, Nicola Gratteri, e dal sostituto procuratore, Elio Romano, è stata sviluppata nell'ambito degli approfondimenti investigativi inerenti gli omicidi dell'avvocato Francesco Pagliuso, e di Gregorio Mezzatesta, perpetrati, entrambi con l'aggravante delle modalità mafiose, rispettivamente, a Lamezia Terme la sera del 9 agosto 2016, e a Catanzaro la mattina del 24 giugno 2017.
Per entrambi gli omicidi è stato ritenuto gravemente indiziato Marco Gallo, 34 anni, già tratto in arresto nell'ambito di diverso procedimento penale.
L'attività di indagine ha consentito di delineare con chiarezza gli assetti storici ed attuali, nonché gli interessi criminali di due distinte e contrapposte cosche, quella degli Scalise e quella dei Mezzatesta, derivanti dalla scissione del Gruppo storico della Montagna, nell'area catanzarese del Reventino compresa tra i comuni di Soveria Mannelli, Decollatura, Platania, Serrastretta e territori limitrofi.
In particolare, le risultanze investigative individuano nel 2001, con l'attentato subito da Pino Scalise, il momento dopo il quale il Gruppo storico della Montagna si comincia a scindere in quelle che diventeranno due distinte e contrapposte consorterie. A fronte di una prima fase caratterizzata da una operatività sottoposta al controllo e alla supervisione delle più influenti cosche lametine dei Giampà e dei Iannazzo-Cannizzaro-Daponte, dal 2013, le compagini degli Scalise e dei Mezzatesta cominciano ad operare con maggiore autonomia.
Gli indizi gravi, precisi e concordanti raccolti nel corso della prolungata azione investigativa hanno dimostrato come le due predette organizzazioni criminali, dopo le operazioni che hanno interessato, nel corso di questi ultimi anni, l'area territoriale lametina, abbiano continuato a commettere gravissimi reati, alimentando una crescente e violenta contrapposizione reciproca tesa a conseguire, da parte di ciascuno dei due gruppi, l'esclusivo controllo sul territorio di riferimento.
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