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Catanzaro, stretta sugli accessi al pronto soccorso del Pugliese-Ciaccio

L'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro

Non si è attesa, con le mani in mano, una risposta operativa della Prefettura e della Questura dopo la richiesta di collaborazione istituzionale avanzata nei giorni scorsi dai vertici dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio.

All’indomani del brutale pestaggio di un operatore sociosanitario avvenuto al Pronto soccorso del presidio, il primario dell’unità operativa di prima emergenza, Giuseppe Masciari, ha infatti redatto una relazione di servizio inoltrata sia alla direzione medica di presidio che al settore risk management ipotizzando una serie di accorgimenti strutturali che consentirebbero già nell’immediato di innalzare i livelli di sicurezza all’interno del reparto, divenuto troppo spesso teatro dell’aggressività dei pazienti.

«Quanto avvenuto lo scorso 28 dicembre – assicura il primario – è solo la punta di un iceberg. Capita piuttosto frequentemente che gli operatori in servizio al pronto soccorso siano fatti oggetto di aggressioni verbali, episodi non meno gravi ma purtroppo molto più diffusi». Era stato lo stesso Giuseppe Gullà, operatore rimasto ferito la notte tra il 28 e il 29 dicembre nel tentativo di contenere la rabbia di un paziente scatenatasi nei confronti di un’infermiera, a sollevare il problema dell’assenza di una qualsiasi forma di controllo sul grande afflusso di pazienti all’interno dell’unità operativa.

«Al momento del trasporto in emergenza - aveva spiegato Gullà - gli operatori del 118 non sono di certo nelle condizioni di verificare se i pazienti portano con sé armi o altri oggetti pericolosi».

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