Soldi, documenti e anche un testamento. Tutti elementi che gli inquirenti stanno mettendo in fila per ricomporre la sottile linea rossa che collega l'insospettabile perito tecnico Marco Gallo, ritenuto dagli investigatori un killer infallibile, e i componenti del clan Scalise.
Rapporti stretti tra il 33enne, accusato di tre omicidi, fra cui quello dell'avvocato Pagliuso, e Luciano Scalise titolare del Bar Reventino di Decollatura e ritenuto elemento di vertice del gruppo criminale. Tanto vicini che sul suo testamento Gallo aveva lasciato indicazioni circa una polizza assicurativa ritirabile solo dall'esponente delle cosche della “montagna”.
Sempre nella sua casa di Falerna l'insospettabile sicario custodiva buoni fruttiferi, intestati agli Scalise, per un valore di circa 26mila euro. In un'intercettazione, allegata agli atti dell'inchiesta Reventinum che ha portato all'arresto di 12 persone, Angelo Rotella rimprovera Luciano Scalise per questa “leggerezza” che potrebbe compromettere la loro posizione. «A futtitina su sti cosi chi c'hannu trovatu alla casa... t'è chiurutu lu culo mu ci duni... vidi tu comu ci avivi di lassari sti buoni alla casa», dice Rotella pochi giorni dopo il blitz delle forze dell'ordine nella casa di Gallo.
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