Non si ferma l'escalation di intimidazioni a Roccabernarda, piccolo centro dell’entroterra crotonese. Ancora una volta nel mirino dell'anonima incendiari è finito l'ex sindaco ed attuale consigliere comunale di minoranza Francesco Coco.
Una mano ignota nella tarda serata di ieri sera ha dato fuoco alla Fiat Panda del consigliere comunale. L’autovettura si trovava momentaneamente posteggiata in viale Trieste all’altezza dell’ambulatorio del medico di guardia e lo stesso Coco stava cercando informazioni sul precario funzionamento del servizio di guardia medica, che spesso, in questi ultimi tempi, viene dirottato a Santa Severina.
Mentre il consigliere si trovava all’interno dello stabile che ospita la postazione di Guardia medica, qualcuno, intorno alle 23, ha appiccato fuoco alla sua auto. Coco ha già subito minacce e intimidazioni. Nello scorso mese di ottobre venne incendiata la lavanderia della moglie situata in piazza Trieste, ed allo stesso Coco sono arrivati poi messaggi di morte via internet.
Sul posto dell'incendio sono intervenuti i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Petilia Policastro, i carabinieri della locale Stazione ed il capitano Marco D’Angelo, comandante della Compagnia di Petilia Policastro. Sabato scorso il nuovo Prefetto di Crotone aveva fatto visita a questa comunità e ieri si era tenuto un Comitato per l’ordine e la sicurezza presso la Prefettura di Crotone che ha discusso anche della situazione dell'ordine pubblico a Roccabernanda.
«Non so più cosa dire e fare - ha sostenuto Coco, esponente di una lista civica - siamo nelle mani dello Stato. Le autorità sanno tutto, ci sono decine di mie denunce e sono certo che lo Stato farà il suo dovere. A Roccabernarda lotto da 20 anni contro il malaffare e questi sono i risultati. Se io ho colpito nel segno devono dirlo gli altri. Io faccio il mio dovere di servitore dello Stato. Un bravo cittadino deve affidarsi allo Stato e spero che questa volta si capisca la mia situazione personale, quella della mia famiglia e di quello che stiamo facendo. Penso che tramite me, dopo gli attentati alla lavanderia di mia moglie (fatto che risale all’ottobre dello scorso anno, ndr), vogliano colpire lo Stato. E' il momento di agire senza fare più chiacchiere».
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