I finanzieri del comando provinciale di Catanzaro, su disposizione della procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria guidata dal procuratore regionale Rossella Scerbo, hanno sequestrato nei giorni scorsi beni immobili, crediti, conti correnti e attività finanziarie per quasi 1,5 milioni di euro nei confronti di un dirigente dell’azienda Calabria Verde di Catanzaro, già in servizio presso l’Azienda forestale della Regione Calabria (Afor).
L’importo costituisce il danno erariale causato all’azienda pubblica che la magistratura contabile, nell’ambito dell’operazione “Prendo tutto” dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, contesta al manager in questione.
L’istruttoria, condotta dalla finanza su coordinamento del sostituto procuratore regionale Davide Vitale, ha, infatti, consentito di rilevare che un dirigente di settore nell’ente pubblico regionale aveva continuativamente svolto, per oltre un decennio e senza mai essere stato autorizzato, attività libero-professionale ingegneristica assolutamente incompatibile con l’incarico di dirigente pubblico.
Tale attività veniva condotta parallelamente a quella ufficialmente ricoperta in Afor (e, successivamente, in Calabria Verde), in un arco di tempo che va dal 2004 al 2015, e consentiva di conseguire lauti compensi “extra”, che invece di essere riversati nelle casse dell’ente pubblico, come invece la normativa espressamente prevede, sono stati incassati direttamente dal dirigente.
L’ammontare del danno erariale cagionato all’azienda forestale regionale è stato, quindi, determinato proprio in base a tali compensi indebitamente riscossi, nonché tenendo conto degli stipendi percepiti in questi 13 anni quale dirigente pubblico.
Tutte queste somme sono state sottoposte a sequestro conservativo da parte dei finanzieri del gruppo tutela spesa pubblica del nucleo Pef di Catanzaro, al fine di garantire il risarcimento alle casse dello Stato in caso di condanna.
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