È stata fissato per questa mattina l'interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari per la convalida del fermo del 16enne che lo scorso venerdì pomeriggio ha ucciso lo zio Giuseppe Caterisano, 67 anni, con quattro colpi di pistola calibro 9 davanti all'uscio di casa a Capo Bianco di Isola di Capo Rizzuto.
Intanto, ieri mattina, è stata eseguita l'autopsia sul corpo della vittima dal medico legale che ha ricevuto l'incarico dal sostituto procuratore presso la Procura per i minorenni di Catanzaro, Maria Rita Tartaglia, che coordina le indagini sull'accaduto. Sulla base della ricostruzione dei fatti fornita dagli inquirenti, il ragazzo avrebbe compiuto il folle gesto per vendetta. Ovvero, ad indurre il 16enne a sparare ci sarebbero stati alcuni rancori familiari sorti tra fratelli e cognati che difatti si trascinavano da anni a causa di un immobile conteso.
Una situazione di continua tensione che avrebbe esasperato il giovanissimo killer tanto da fargli impugnare l'arma per freddare lo zio. Un delitto che avrebbe compiuto da solo anche se gli inquirenti continuano a indagare allo scopo di capire e accertare se accanto al ragazzo ci sia stato qualcun altro o se lo stesso possa essere stato istigato a bagnarsi le mani con il sangue dello zio.
Come riporta la Gazzetta del Sud in edicola, stato poi lo stesso giovane, dopo la confessione, ad aver fatto ritrovare ai militari la pistola, una calibro 9 per 11, con la matricola abrasa. L'arma ai trovava nascosta in un cespuglio di località Mortilla, alla periferia di Isola di Capo Rizzuto.
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