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La pacchia all'Amc di Catanzaro, indaga la finanza: dipendenti strapagati col doppio lavoro

L'Amc di Catanzaro

Dipendenti con il doppio lavoro, alcuni autisti seduti alle scrivanie degli uffici e consulenti esterni pagati profumatamente per produrre non si sa bene cosa.

L'inchiesta della Guardia di finanza, che ha portato al rinvio a giudizio per l'ex amministratore unico Rosario Colace con l'ipotesi di abuso d'ufficio, accende i riflettori sulla gestione, almeno negli anni passati, dell'Amc l'azienda municipalizzata che si occupa del trasporto pubblico cittadino.

A portare l'ex presidente del consiglio comunale sul banco degli imputati sono stati gli incarichi esterni assegnati tra la fine del 2012 e il 2015 a quattro professionisti tra cui spicca il nome dell'attuale direttore generale. E dire che le fiamme gialle erano entrate negli uffici di viale Magna Graecia con obiettivi ben diversi.

La traccia iniziale seguita dai finanzieri riguardava la doppia attività lavorativa da parte di alcuni dipendenti. L'illecito, secondo l'originaria ipotesi, avrebbe riguardato un gruppo di dipendenti che con presunte malattie invalidanti, certificate da personale medico, avrebbero ottenuto uno spostamento di incarico dalla mansione di autista a quella più leggera di personale amministrativo.

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