Si aprirà il prossimo 28 giugno il processo a carico dell'unico indagato per l'incendio del lido Ionio di Catanzaro, stabilimento balneare ridotto in cenere il 6 gennaio del 2018 da un rogo di origine doloso scoppiato all'interno della struttura. La svolta nelle indagini è arrivata nei mesi scorsi, quando gli inquirenti sono riusciti a chiudere il cerchio su uno dei due incendi che ha colpito lo stabilimento balneare, vittima nel breve volgere di sei mesi di due distinti roghi che hanno completamente distrutto l'attività commerciale. Antonio Talotta, 36 anni di Catanzaro, dovrà difendersi dall'accusa di incendio doloso nel processo che si aprirà tra poco più di tre mesi e che sarà celebrato con il rito abbreviato. Secondo l'ipotesi formulata dall'accusa, sarebbe stato lui a introdursi all'interno dello stabilimento balneare per appiccare l'incendio. Una pista, quella dolosa, che aveva iniziato a prendere corpo già nelle ore immediatamente successive all'episodio sulla scorta degli accertamenti compiuti dalle squadre dei vigili del fuoco intervenute per sedare l'incendio. Le fiamme erano, infatti, divampate il 6 gennaio, in pieno inverno, quando le attività risultavano sospese, lo stabilimento balneare chiuso e privo di allaccio alla rete elettrica, circostanza che avrebbe potuto giustificare l'innesco di un eventuale corto circuito. Confermata dalle indagini, quindi, la pista dolosa ma non la mano del racket dietro uno dei due incendi che colpì il lido situato nella zona di Giovino. Le fiamme sarebbero state, infatti, appiccate per dissidi insorti nell'ambito familiare dei due proprietari: Aniello Grampone e Matilde Talotta. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud - edizione di Catanzaro in edicola.