Un dipendente della Camera di Commercio di Catanzaro è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di concussione. Si tratta di S. T., di 62 anni. Avrebbe preteso una mazzetta da un commerciante emigrato in Germania al fine di estinguere un debito di 300.000 euro nei confronti dell’Inps, maturato dopo la chiusura del locale che l’uomo gestiva nel capoluogo calabrese.
La vittima, all’inizio degli anni '90 aveva lasciato la Calabria per trasferirsi all’estero. Nel 1994 chiuse il suo ristorante, ubicato nel quartiere Gagliano del capoluogo di regione. Poco più di un anno fa, a causa di una svista burocratica risalente a quell'anno, l’Inps gli chiese 300.000 euro, quale corrispettivo del mancato versamento degli oneri previdenziali maturati dalla data di chiusura del ristorante fino al 2018. Iniziò così il calvario dell’imprenditore che decide di rientrare in Italia per tentare di risolvere la questione.
L’uomo si recò alla Camera di Commercio di Catanzaro, dove trovò il 62enne, al quale espose il problema. L’impiegato prima fu categorico nel sostenere che non vi fosse nulla da fare per la risoluzione del problema, poi prospettò una soluzione: il debito si sarebbe potuto cancellare, ma il commerciante avrebbe dovuto dargli il 10% della somma pignorata, ossia 30.000 euro.
Ma constatato che l’imprenditore che non era in grado di pagare quella somma, propose in alternativa il pagamento di un contributo di 4.000 euro che l’impiegato avrebbe intascato impegnandosi a chiudere la vicenda in cambio di altri 2.000 euro. L’imprenditore cedette alle richieste di denaro, la prima delle quali fu soddisfatta nel corso di un incontro, risalente al gennaio 2018, con un pagamento di 1.000 euro. L’imprenditore continuò a versare altre somme, decidendo poi di rivolgersi ai Carabinieri del comando stazione di Catanzaro Lido.
Nella mattinata di venerdì scorso i militari hanno predisposto un servizio di osservazione finalizzato a monitorare l’incontro tra l’imprenditore e l’impiegato. I carabinieri di Catanzaro Lido, coadiuvati dai colleghi della stazione di Santa Maria, all’interno della Camera di Commercio, sono riusciti ad accertare il passaggio di denaro dalle mani del commerciante a quelle del dipendente, riscontrando che il dipendente infedele si era impossessato delle stesse banconote prima detenute dall’imprenditore, precedente fotocopiate. Con l’ipotesi di reato di concussione è stato così sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Stamane, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, è stata disposta la misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi, durante i quali non potrà, pertanto, svolgere l’attività lavorativa.
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