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In pensione la fisioterapista, il reparto di Soveria a rischio chiusura

Foto Pixbay

In un momento storico in cui anche il ministro della Salute sembra aver preso coscienza del fallimento di un modello di sanità estremamente centralizzato a favore del mantenimento di presidi, quanto meno diagnostici e di primo intervento, diffusi sul territorio, sembra incredibile che il Comitato pro ospedale del Reventino debba denunciare ancora una volta situazioni di forte criticità, arrivando a promettere «una battaglia senza fine».

Il reparto di fisioterapia è stato da sempre uno dei tanti punti d'eccellenza di quest'ospedale, erogando servizi di qualità, apprezzati da pazienti provenienti anche da aree territoriali più distanti. Ora però rischia di non essere più operativo a causa del pensionamento dell'ultima fisioterapista rimasta, passando in appena quattro anni da tre operatori attivi a nessuno.

Ci si attende a questo punto che le figure professionali siano presto rimpiazzate, anche perché, come rivela il presidente del Comitato Antonio Maida, «esistono richieste di fisioterapisti che vorrebbero trasferirsi a Soveria, ma tutto ciò si verifica nel totale disinteresse dei vertici dell'Asp, altrimenti gli esiti di questa vicenda potrebbero essere ben diversi».

Ma presentano criticità anche l'ufficio Cup, che si occupa come è noto di prenotare le prestazioni sanitarie, e quello ticket: il primo resterà chiuso per dieci giorni a causa di un permesso di cui potrà usufruire l'unica operatrice addetta a questo servizio, con l'ipotesi di una normalissima sostituzione che non viene neppure presa in considerazione, mentre il secondo rimane da tempo chiuso nel giorno di sabato, proprio quando molti lavoratori potrebbero effettuare esami diagnostici, scoraggiando così quella stessa prevenzione di cui si fa un gran parlare negli spot televisivi..

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