Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

«La pressione venatoria non serve», divergenze nella lotta ai cinghiali a Vibo

Il dilagare dei cinghiali è un fenomeno ormai riconosciuto da tutti i cittadini: il comparto agricolo, che sta subendo le conseguenze dirette dell'emergenza, da tempo auspica l' intervento delle istituzioni per fronteggiare la situazione.

Le proposte elaborate da agricoltori e associazioni di categoria sono le seguenti: attivazione di un programma di cattura comprensoriale da effettuare con apposite trappole, in modo che gli ungulati non siano danneggiati e possano essere destinati all'allevamento; sterilizzazione di massa attraverso la somministrazione di alimenti medicati; autorizzazione per gli agricoltori alla caccia singola del cinghiale sui propri terreni, nonché all'impiego cani addestrati per allontanare i cinghiali dalle colture; incremento dei selettori; aumento dei giorni di caccia; rotazione annuale delle squadre di caccia; snellimento delle procedure burocratiche per la richiesta di risarcimento danni e annullamento della quota di pagamento per l'istruttoria delle relative domande; accertamento della tubercolosi diffusa tra i cinghiali e predisposizione di un piano di prevenzione sanitaria.

Queste istanze, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, sono state parzialmente condivise dal Wwf, che sabato scorso è stato presente alla manifestazione di piazza tenutasi a Vibo Valentia su indizione del comitato “Per la difesa della dignità dell'agricoltura”.

Quello che l'associazione ambientalista chiede da anni alla Regione Calabria è l'impiego di metodi ecologici per contrastare i cinghiali e la predisposizione di contributi a favore degli agricoltori per l'acquisto di recinzioni elettriche e altri sistemi non dannosi per gli animali. L'associazione ambientalista è critica nei confronti della caccia selettiva, azione adottata dalla Regione Calabria.

Caricamento commenti

Commenta la notizia